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sabato, Luglio 27, 2024
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    Home Prima pagina Grande successo per “Il Circolo in Fabbrica” a Cremona

    Grande successo per “Il Circolo in Fabbrica” a Cremona

    Grande successo per “Il Circolo in Fabbrica” a Cremona
    All’evento ha preso parte anche l’Eurodeputato Massimiliano Salini, da sempre vicino al mondo dell’impresa, degli imprenditori e del lavoro.
    “In questi cinque anni di lavoro- ha commentato Salini – ho dovuto constatare come nella programmazione degli interventi dell’UE, per esempio Next Generation EU, si siano previsti fondi per la transizione digitale in misura decisamente inferiore rispetto a quelli legati alla sostenibilità ambientale. Mi chiedo perché sia priorità la sostenibilità in cui siamo primi al mondo rispetto alla transizione digitale in cui l’Europa è molto indietro: essendo la mia attività decisamente orientata alla manifattura, perché ritengo fondamentale l’agenda digitale? Perché l’agenda digitale è grande alleata dell’impresa, a differenza della sostenibilità che, perseguita a tutti i costi anche dove già c’era, ha distrutto la competitività. Credo fortemente nella competitività condivisa, cioè che la grande competitività delle nostre aziende si forgia nella capacità di collaborare”.
    Ospiti di It Impresa, gli imprenditori aderenti al Circolo hanno affrontato un percorso alla scoperta dell’innovazione tecnologica di questi anni, con la guida di Manuele Bassanini, AD dell’azienda organizzatrice dell’evento, Andrea Mattioli, esperto di Intelligenza Artificiale e Vittorio Corona, specialista di cybersicurezza.
    Che rapporto deve avere l’impresa del terzo millennio con la rivoluzione tecnologica dovuta alla diffusione dell’intelligenza artificiale? Ci fidiamo dei sistemi basati sull’AI? E se non ci fidiamo, di chi ci dobbiamo fidare? Domande che, al di là dell’esistenzialismo sotteso, servono a suscitare la riflessione sul fatto che l’intelligenza artificiale è uno strumento prodotto dalla mente umana e, in quanto tale, non è positivo o negativo di per sé, ma lo è in relazione all’uso che se ne fa. Partendo dalla prima intelligenza artificiale, Eliza, un’IA che dialogava con il pubblico ponendo quesiti personali, gli imprenditori hanno potuto vivere un’esperienza alla scoperta di usi particolari e innovativi, dalla capacità di tradurre il linguaggio degli animali alla possibilità di scrivere linee di codice in qualsiasi linguaggio di programmazione, fino alle implicazioni sulla sicurezza informatica. Quale può essere una reazione più analitica dell’iniziale sgomento? Quella di non disinteressarsi di quello che sarà senza dubbio un cambiamento epocale, provando ad analizzarlo da una prospettiva differente: l’AI consente a tutti di programmare utilizzando la propria lingua.
    Sul fronte della cybersicurezza, Corona ha affrontato il tema del rischio di vulnerabilità a partire dalla superficie d’attacco: come in ogni ambito, una difesa efficace non può che partire dalla conoscenza delle proprie attività, delle abitudini quotidiane in ambito informatico e dei rischi a cui tali abitudini ci rendono vulnerabili.
    Quanta cura noi abbiamo delle nostre informazioni, sia come individui sia come impresa? Una delle priorità è l’incremento della consapevolezza attraverso un’adeguata formazione che genera cambiamento, e maggiore sicurezza, nei propri comportamenti.
    Nella sua chiusura, Massimiliano Salini ha posto l’accento sulla fiducia: “Mi ha colpito molto la connessione tra AI e fiducia affrontata questa sera. La fiducia è un punto fondamentale di delega, per fidarmi devo per forza cedere una parte della mia sovranità. E allora, perché mi fido dell’intelligenza artificiale, perché accetto la sfida fino in fondo? Perché il mio problema è usarne il più possibile, non fidarmi. La fiducia si fonda sulla sorpresa e sulla gratuità: un’azienda cresce se i dipendenti si sentono trattati meglio di quanto pensano di meritare. E si fidano. Non parlo di retribuzioni, spesso si tratta di uno sguardo o una parola. Questa cosa non si concede a un algoritmo e ci consentirà in futuro di generare algoritmi sempre più raffinati. Ed è anche la base della collaborazione tra aziende che genera, appunto, competitività maggiore di quella delle singole imprese”.

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