venerdì, Aprile 26, 2024
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    Il decreto scuola è vicino: le anticipazioni

    Tutti promossi senza debito per decreto. Per la maturità la deadline è il 18 maggio

    La scuola ha bisogno di certezze, anche per decreto se necessario. Lo dice il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina davanti al protrarsi forzato della chiusura delle aule scolastiche, promettendo a breve di fare chiarezza. Quella che tutti aspettano. Il nuovo decreto scuola potrebbe già essere varato a stretto giro, non dopo Pasqua come circolato nei giorni scorsi, nella speranza che sia la volta buona.

    La bozza è già pronta e, secondo quanto anticipato da Adnkronos e Repubblica, rispecchierebbe le ipotesi finora anticipate, ovvero tutti promossi senza debito e maturità in versione light, con o senza scritti. Le misure adottate in via eccezionale per la conclusione dell’anno scolastico, terranno conto del fatto che la promozione “per decreto” da un lato comporta una conoscenza parziale dei programmi per tutti e, dall’altro, un mancato raggiungimento della sufficienza in alcune materie. Per questo, si legge nella bozza, il Miur ipotizza la “definizione delle modalità dell’eventuale recupero degli apprendimenti per gli alunni delle classi intermedie delle istituzioni scolastiche di tutti i cicli di istruzione […] nel corso dell’anno scolastico successivo a decorrere dal 1° settembre 2020, quale attività didattica ordinaria”. Tradotto significherebbe rientro anticipato a settembre, dedicato a colmare le lacune accumulate in questa fase di emergenza.

    Sul capitolo relativo agli esami di fine ciclo, terza media e maturità, troverebbero conferma i due scenari ipotizzati, a seconda che si possa rientrare a scuola nel termine ultimo fissato al 18 maggio, oppure non si rientri affatto. Nel primo caso rimarrebbe poco meno di un mese per riprendere le lezioni in aula, assolutamente insufficiente per arrivare con un’adeguata preparazione all’esame di Stato, però consentirebbe di procedere secondo il calendario ante-crisi, cioè con i due scritti il 17 e 18 di giugno e l’orale a partire dalla fine del mese. Tuttavia, considerata la frammentazione dei programmi a livello nazionale, sarà una versione più soft. Fatto salvo lo scritto d’italiano, che rimarrà uguale per tutti – pur con limitazioni sulle tracce dovute alla preparazione disomogenea – la seconda prova verrà affidata con ogni probabilità ad una commissione interna, per garantire un’attinenza effettiva alla programmazione svolta. Invariato, invece, l’orale.

    Nell’ipotesi più gettonata, il non rientro, salterebbe il banco. Eliminati gli scritti, l’esame di Stato si concentrerebbe in un maxi orale, più complesso e rinforzato nei contenuti. Minimo un’ora di colloquio, all’interno del quale approfondire le conoscenze acquisite anche con esercitazioni specifiche relative all’indirizzo del percorso di studio. Si tratterebbe oltretutto di un’ipotesi già collaudata durante i terremoti dell’Aquila e di Modena, per cui non del tutto nuova. Se poi l’emergenza sanitaria dovesse protrarre il lock down ancora per lungo tempo, è già al vaglio la modalità “a distanza” anche per la maturità, come del resto già avviene negli Atenei per la discussione della tesi di laurea.

    Anche per gli studenti di terza media, alle prese con il primo esame della carriera scolastica, la bozza del decreto scuola prevede una versione light delle prove. Si potrebbe passare “dall’ eliminazione di una o più di esse” o addirittura all’abolizione dell’esame, procedendo “alla sostituzione dell’esame di Stato con la valutazione finale da parte del consiglio di classe”, che potrebbe quindi limitarsi al giudizio della “tesina”.

    La bozza del decreto scuola, infine, non esclude i concorsi per il personale docente, al fine di assicurare l’avvio del nuovo anno scolastico “fermi restando i limiti e le restrizioni circa lo svolgimento delle prove concorsuali durante lo stato di emergenza”.

    Micol Mulè

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