La nuova ondata di tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea potrebbe colpire duramente il Made in Italy. Dopo l’annuncio dell’amministrazione americana sull’introduzione di nuovi dazi, Bruxelles si prepara a rispondere, ma il timore è che il braccio di ferro si traduca in una penalizzazione per le esportazioni italiane, soprattutto nei settori più esposti al mercato statunitense.
Ciò nonostante, l’allarmismo lanciato dai media nelle ultime settimane lascia perplessi i conoscitori della realtà dei fatti. Se infatti è vero che Trump ha minacciato l’introduzione di nuovi dazi, è altrettanto vero che il predecessore Biden non è stato da meno.
Biden, infatti, aveva confermato la totalità dei dazi introdotti dalla prima amministrazione del tycoon, e non solo. Il presidente democratico aveva infatti adottato misure protezionistiche nell’epoca della pandemia che hanno segnato duramente l’export italiano e mondiale, per non parlare delle inasprire tensioni con il mercato cinese dei semiconduttori. Ma sotto questo aspetto sono stati utilizzati due pesi e due misure nella narrazione giornalistica.
La partita ora si gioca ora sui tavoli delle trattative internazionali. Bruxelles dovrà decidere se e come rispondere a Washington, mentre le imprese italiane attendono con preoccupazione gli sviluppi di una presunta guerra commerciale che rischia di rimanere, appunto, soltanto presunta. E in tutto questo la politica distoglie l’attenzione dai veri drammi alle porte. Sulla stessa linea anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che ha dichiarato “sui dazi Usa condividiamo ogni strada che venga percorsa insieme dall’Unione europea. Stiamo collaborando per avere una posizione unitaria dell’Ue”.
Cautela soltanto dal leader della Lega Matteo Salvini, che ha ricordato come “sia con Trump che con Biden l’Italia ebbe non la fortuna, ma l’abilità di contrattare, ed alcuni prodotti, ad esempio il vino, furono esentati dai dazi”.
Andrea Valsecchi