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    Assemblea Abi, punto sull’economia italiana e misure future necessarie per la crescita e l’abbattimento del debito pubblico

    Durante l’assemblea dell’Abi, il ministro dell’Economia Giorgetti ha fatto un punto sull’economia italiana. Ha confermato l’ottima tenuta della nostra economia e la fattibilità degli obiettivi previsti dal Def, precisando che “negli ultimi 3 anni l’andamento della crescita è stato più sostenuto di altri paesi dell’area euro. I dati del primo trimestre sono in continuità con questo. Il rialzo del PIL dello 0,3% è confortante perché ad oggi la crescita acquisita sarebbe già pari allo 0,6% e salirebbe allo 0,9% se le stime fossero confermate”. Per questo motivo, per Giorgetti, non servirà una “manovra lacrime e sangue ma una seria politica di controllo della spesa pubblica”.

    In linea con i dati forniti dal Ministro, vi sono quelli forniti dal governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, il quale ha però affermato che l’economia italiana cresce “a ritmi moderati” e che è necessario puntare sull’irrobustimento delle imprese, sulla solidità della posizione finanziaria delle famiglie e sulla forza delle banche.

    Il Presidente dell’Abi Antonio Patuelli durante il suo discorso di apertura ha ribadito la necessità di elaborare misure a favore del patrimonio delle imprese e del lavoro giovanile affinché quest’ultimo risulti qualificato e competitivo con quello degli altri Stati europei.

    Inoltre, ha affermato come l’Unione bancaria e dei mercati dei capitali sia una priorità da realizzare, evitando la moltiplicazione delle norme e favorendo la competitività delle banche e la prevenzione delle crisi bancarie, evitando che il cittadino venga penalizzato. Ha auspicato un’armonizzazione dei sistemi e delle aliquote fiscali ribadendo la necessità di favorire la crescita e lottare contro l’evasione fiscale, principi fondamentali se si vuole abbattere il debito pubblico che diversamente continuerebbe ad aumentare. Ha poi proseguito: “La transizione verso un’economia sociale di mercato più sostenibile va realizzata senza ritardi, oltranzismi ed eccessi di burocratizzazione, con uguali regole in tutta la Ue, non caricando sulle banche compiti impropri, indirizzando equilibrati e mirati incentivi fiscali verso crescenti standard di qualità e sostenibilità”.

    Infine, secondo Patuelli, la tassazione sui risparmi va ridotta. I risparmiatori italiani si vedono applicare “una pesante tassazione che spesso li orienta ad investire all’estero”. Chi investe oggi subisce una tassazione di quasi il 60% del reddito lordo prodotto dalle banche a cui si sommano l’Ires, l’addizionale del 3,5% e quelle locali, la cedolare secca sui dividendi, l’Irap, l’Imu e l’imposta del bollo.

     

    Emma Delfrate

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