Guerra Israele-Hamas, Ue divisa sull’invio di fondi in Palestina
Israele prepara un’offensiva nella Striscia di Gaza senza precedenti, Hamas rifiuta di trattare per gli ostaggi catturati finché non finisce la guerra e minaccia esecuzioni. Nel frattempo, l’Europa discute se sia il caso di continuare a inviare aiuti in Palestina. Il caso è scoppiato quando il Commissario europeo per l’Allargamento e la politica di vicinato, l’ungherese, ha annunciato su X che, “in qualità di principale donatore per i palestinesi, la Commissione europea sta mettendo sotto esame l’intero portafoglio di sviluppo, per un valore totale di 691 milioni di euro”. Una decisione che non pare sia stata discussa con gli Stati Membri alcuni dei quali hanno protestato.
Bruxelles poi ha chiarito che non c’è alcuna sospensione in atto “anche perché non erano previsti pagamenti” i quali, invece, sono finiti in “revisione”. Insomma, l’Ue aspetta e ci pensa su. Secondo Euronews, tuttavia, il commissario alla Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, avrebbe specificato che gli aiuti umanitari rivolti ai palestinesi andranno avanti. La revisione dovrebbe dunque riguardare solamente i fondi dedicati allo sviluppo. Secondo l’Ansa, nel quadriennio 2021-2024, la Commissione Ue ha deciso di stanziare oltre 1,1 miliardi. Una cifra destinata ad aiutare l’Autorità Nazionale Palestinese a pagare, tra le altre cose, salari, pensioni e assegni sociali.
Il problema delle cancellerie europee, ora, è evitare che finanziamenti dell’Ue finiscano in maniera indiretta per agevolare le operazioni terroristiche di Hamas contro Israele. Il titolare della Farnesina, Antonio Tajani, ha spiegato durante un’informativa alla Camera, che l’Italia verificherà che tali fondi “siano effettivamente utilizzati per scopi umanitari e non per altri scopi”. Il ministro degli Esteri ad interim spagnolo, José Manuel Albares, ha dichiarato che “non possiamo confondere Hamas, che è nella lista dei gruppi terroristici dell’Ue, con la popolazione palestinese”. Stessa posizione sostenuta dell’omologo francese. Ma i timori rimangono, a tal punto che Vienna ha deciso di interrompere il trasferimento di 20 milioni di euro, mentre Berlino ha deciso di sospendere l’invio di fondi per effettuare una “revisione finanziaria”.