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sabato, Luglio 27, 2024
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    Home Prima pagina BCE, arrivano altri due rialzi nel difficile gioco dei tassi

    BCE, arrivano altri due rialzi nel difficile gioco dei tassi

    BCE, arrivano altri due rialzi nel difficile gioco dei tassi
    Nessuno stop: gli analisti stavolta non ci avevano visto bene. A luglio e settembre previsti altri due rialzi, e con il patto di stabilità sospeso tutto resta nel limbo.
    Dietrofront rispetto a quanto ci eravamo detti. La Banca centrale europea dovrebbe aumentare ancora il costo ufficiale del credito di 25 punti base. Secondo gli analisti, infatti, il tasso di riferimentodovrebbe arrivare al 4%, che comunque è un livello storicamente non altissimo, ma che comunque dovrà far digerire a tutti un doppio rialzo (probabilmente un primo a luglio ed un secondo a settembre). Stando al bollettino rilasciato dalla BCE, infatti, le aspettative di inflazione a un anno puntano al 2,2%, un dato che da solo è giustifica la misura, in considerazione anche del fatto che le aspettative dei consumatori puntano ben più in alto, al 2,9% per il 2026, benché i tassi reali nella parte a breve della curva siano vicini all’1,8%.
    Gli analisti avevano sostanzialmente confermato, solo alcuni mesi fa, che in Eurozona non fossero previsti rialzi, e ad oggi pensano ancora che i tagli arriveranno in tempi relativamente rapidi. A questo, va comunque detto che i rendimenti stanno continuando a salire, mentre l’inversione delle medie scadenze potrebbe essere un’indicazione delle attese di rallentamento dell’economia, o anche dei prematuri tagli dei tassi.
    Nonostante l’Euro abbia ripreso a perdere terreno, il costo del credito è salito rapidamente, pur rimanendo lontano dai massimi storici. In Italia i tassi continuano a risalire rapidamente, e sono ormai ai livelli di quelli della Germania, in recessione tecnica da mesi.
    A complicare le cose, infine, c’è il confronto tra “falchi” e “colombe” sul tema della politica fiscale e sugli incentivi e i disincentivi che la politica monetaria può mandare ai governi.
    Basti pensare al fatto che con il patto di stabilità ancora sospesotutto rimane in un limbo, nel complesso tema riguardante i tassi: più alti saranno e più potranno spingere i governi a fermarsi, così come ad accelerare le spese pubbliche a sostegno della domanda, con il rischio di generare futuri disavanzi primari e prolungare per questa via l’agonia dell’alta inflazione.
    Andrea Valsecchi

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