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    Niente più Superbonus a fine 2023

    Niente più Superbonus a fine 2023
    Già dalla fine di quest’anno il Superbonus al 110% perderà una parte sostanziosa, cioè quella relativa alle case unifamiliari e agli immobili autonomi. E tra un altro anno, a fine 2023, andrà definitivamente in pensione. Il neoeletto governo guidato da FdI ha già aperto i lavori per organizzare il riordino, mentre si vagliano e si valutano le ipotesi per il post Superbonus.
    Ance sta già avviando in queste settimane, insieme a tutta la filiera industriale, i lavori per arrivare a definire una proposta di riassetto dei bonus casa.
    Gli elementi principali attorno a cui ruotano le valutazioni riguardano una proroga di sei mesi rispetto alle attuali scadenze in calendario, al fine di recuperare il molto tempo andato perduto a causa delle modifiche sulla cessione dei crediti. Nel tentativo di arrivare, al contempo, a una nuova organizzazione dei bonus edilizi che possa renderli strutturali, accompagnandoli con altre forme di sostegno.
    Si cerca dunque di elaborare una nuova proposta strategica, mentre al contempo stanno prendendo forma le prime riflessioni politiche su come riorganizzare le modalità del post Superbonus, con il governo FdI che si è già messo al lavoro.
    Ad oggi infatti il calendario indica esplicitamente che il sistema dei bonus si sta velocemente avvicinando, perlomeno, a un momento di cambiamento radicale. Alla fine dell’anno in corso, infatti, il Superbonus al 110% sta per essere “amputato”, per così dire, di una delle sue gambe principali, ossia quella dedicata a case unifamiliari e immobili autonomi.
    Verso la fine del 2023, invece, verrà definitivamente tolto del tutto anche per quanto riguarda i lavori condominiali. E stando ai tempi necessari per programmare questo genere di interventi, risulta chiaro che il tempo rimanente non è poi così tanto e che bisogna già adesso iniziare a pensare a come gestire il futuro.
    Allo stesso tempo, l’imminente cambio di governo (l’insediamento avverrà a inizio novembre) porta a una grande riflessione sul prossimo assetto di percentuali e scadenze dall’ultima Legge di bilancio dell’esecutivo Draghi. Diversi rappresentanti della nuova maggioranza in parlamento parlano infatti di interventi che potrebbero avvenire già nel corso della prossima manovra.
    È emerso da fonti interne di FdI che il partito neoeletto stia già ragionando su un possibile riordino dei bonus edilizi, che punterebbe a rendere i sussidi più strutturati e duraturi, anziché così alti ma frammentari. Nella fattispecie si ipotizza una detrazione più contenuta, del 60-70% (anziché del 110%), garantita però a lungo termine e con benefici diversificati in base al reddito e al tipo di immobile. Il tutto naturalmente nel rispetto dei cantieri già in corso in base alle regole attuali.
    Dal canto suo anche Arce sta lavorando insieme a tutti gli esponenti della filiera industriale per cercare di mantenere e rendere duraturi i bonus edilizi. La prima priorità è assicurare che venga garantito il percorso di riduzione progressiva come già stabilito dall’ultima Legge di bilancio, senza ulteriori scossoni.
    Il 2022 si avvia, però, alla chiusura dopo una serie infinita di arresti e ripartenze: soprattutto le norme sulla cessione dei crediti sono state oggetto di modifiche continue e questo ha condizionato, in negativo, il mercato. Committenti, imprese e professionisti si sono spesso trovati a dover gestire il blocco di molti cantieri per motivi indipendenti dalla loro volontà.
    È naturale quindi pensare a una nuova modulazione, accompagnata da nuove forme di sostegno e di finanziamento, probabilmente più stabili anche se meno elevate. E sarà proprio questo lo scopo del lavoro delle prossime settimane.
    Pietro Broccanello

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