martedì, Maggio 7, 2024
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    Borse in rosso, attesa per dati Fed

    Borse in rosso, attesa per dati Fed
    Borse europee in rosso, ora occhi puntati sulla Banca centrale americana
    La scorsa settimana si è chiusa nel segno di un preoccupante venerdì nero, con dati che non apparivano così allarmanti, per i listini globali, sin dall’ottobre 2020. Piazza Affari ha chiuso in ribasso dell’1,84%, e non è andata meglio nelle altre borse europee, con il Cac di Parigi a -2,40%, il Dax di Francoforte a -1,77%, l’Ibex di Madrid a -1,60%, il Ftse100 di Londra a -1,12% e l’Aex di Amsterdam a -2,31%. L’ondata di vendite sui mercati azionari europei non pare arrestarsi, e i dati che in settimana arriveranno dalla Federal Reserve americana saranno fondamentali nel tracciare un bilancio dell’andamento titoli. Quanto sta accadendo oltreoceano, con l’inflazione ancora fortemente alle stelle, trascinerà inevitabilmente con sé gran parte dell’economia mondiale, ed in vista del vertice Usa in programma per mercoledì, i future sui Fed Fund continuano dare ormai per certo un nuovo balzo in avanti dei tassi, che si attesterebbe sui 50 punti base, anche se non è esclusa, seppur meno gettonata, l’ipotesi che incremento possa toccare quota 75 punti.
    Ancora una volta, quindi, è l’inflazione la protagonista dell’andamento economico azionario, e la politica delle banche centrali si appresta a rincorrere. La BCE ha annunciato due rialzi dei tassi, che già erano attesi per giugno e luglio, ma aprendo alla possibilità che il secondo sia da 50 punti base e non da 25. L’altro tema riguarda poi un “amico” di vecchia data: lo spread. La BCE ha fatto sapere che lo scudo anti-spread che il mercato attende a protezione dell’Italia e dei Paesi del Sud Europa a protezione dei tassi in ascesa, non è né imminente né potente. Il differenziale tra Btp e Bund è voltato infatti a quota 245 punti, 11 punti in più dai 234 punti base dell’ultima chiusura. Ancora in netto rialzo il rendimento del Btp decennale benchmark che si avvicina alla soglia del 4% e scambia al 3,96% dal 3,85% dell’ultimo riferimento di venerdì, aggiornando i massimi dal 2014.
    Euro sotto 1,05 dollari, yen a minimi dal ’98 e crolla anche Bitcoin
    Crolla anche l’euro, che si attesta a quota 1,0486 dollari, mentre lo yen è sceso al nuovo minimo storico dal 1998 nei confronti del dollaro, per un valore di 135,20. Segno negativo anche per la Borsa di Tokyo: l’indice Nikkei dei titoli guida ha perso il 3,01% a 26.987,44 punti. Crolla anche la Borsa di Hong Kong assieme alle principali borse cinesi: l’indice di Hang Seng cede il 3,09% nelle prime battute, scivolando a 21.131,46 punti. La crisi non ha risparmiato nemmeno le criptovalute, con Bitcoin che scivola sotto quota 26.000 punti, al livello più basso da dicembre 2020. Le valute digitali, così come i mercati tradizionali, sono state coinvolte dalla fuga degli investitori dagli asset più rischiosi, ma hanno mostrato una volatilità ancor più alta.
    Petrolio in ribasso
    Pur restando ancorate sulla soglia di 119,88 dollari al barile, le quotazioni del petrolio smorzano il rally. Nel calo dei prezzi si rispecchia il momento economico globale, visto che il rallentamento della crescita economica sta frenando le prospettive dei consumi dei prossimi mesi, complice soprattutto, la situazione cinese.
    Andrea Fortebraccio

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