martedì, Maggio 7, 2024
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    Superbonus 110%, crescono i cantieri ma anche le irregolarità

    Superbonus 110%, crescono i cantieri ma anche le irregolarità
    In Lombardia nel 2021 10mila cantieri aperti, di cui 3mila a Milano. Dai controlli dell’Ispettorato emergono irregolarità e preoccupano quelle sulla sicurezza, responsabili dell’aumento degli infortuni sul lavoro. Ance e sindacati concordi sulla necessità di agire contro le distorsioni, a tutela della sicurezza e delle imprese virtuose.
    La Lombardia si aggiudica il primato nazionale per quanto riguarda gli investimenti relativi al Superbonus 110%, sulla spinta del quale crescono a vista d’occhio i cantieri edili in regione e nel capoluogo lombardo ma, al contempo, destano preoccupazione i dati che emergono sulle irregolarità di varia natura riscontrate in numerosi cantieri passati sotto la lente dell’Ispettorato del lavoro, responsabili in parte dell’aumento degli infortuni sul lavoro degli ultimi mesi.
    Nel 2021, secondo i dati rilasciati dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea, ndr), in Lombardia sono stati aperti diecimila cantieri, di cui oltre 3mila nel capoluogo, per un valore complessivo degli interventi ammessi a detrazione che supera quota 1,82 miliardi di euro. Una buona notizia per il settore edile che, dopo gli ultimi dieci anni segnati da non poche difficoltà, grazie all’introduzione della misura del Superbonus 110% ora può risollevarsi evitando a oltre 4mila aziende la chiusura – come aveva riferito poco tempo fa il segretario lombardo di Feneal-Uil, Enrico Vizza – e la conseguente emorragia di posti di lavoro.
    Ed è proprio lo stesso sindacato a lanciare l’allarme sulle possibili distorsioni del sistema che vanno a scapito delle numerose imprese virtuose operanti nel settore. Per soddisfare una domanda in continua crescita, infatti, si assiste al continuo moltiplicarsi di microimprese – solo in Lombardia tra 2020 e 2021 ne sono state registrate 7mila – che, secondo quanto riferisce Feneal-Uil, in diversi casi non applicherebbero il contratto del settore e nemmeno gli standard relativi a formazione e sicurezza sul posto di lavoro. Un monito lanciato anche dall’Associazione dei costruttori edili (Ance, ndr) lombarda che ha evidenziato l’eccessiva facilità dell’accesso al settore da parte dei nuovi operatori, ribadendo la necessità di consentirlo esclusivamente ad imprese qualificate che applicano il contratto edile e ponendo un accento critico sulle modifiche di contrasto alle frodi introdotte dal nuovo Dl Sostegni che complicherebbe a livello burocratico le riqualificazioni già avviate.
    Timori che trovano una conferma nei controlli effettuati dall’Ispettorato del lavoro che ha registrato irregolarità di diversa natura all’interno del 90% dei cantieri ispezionati, dove il rispetto delle normative in tema di contratti, assicurazioni o sicurezza sul lavoro non sembrerebbero trovare posto. E proprio le irregolarità relative alla sicurezza sarebbero responsabili dell’incremento degli infortuni sul lavoro – +30% – registrato in regione nel corso degli ultimi mesi, di cui otto mortali dall’inizio dell’anno come evidenziano i dati di Ats.
    Dati sui quali pesano le difficoltà ad effettuare i controlli dovute anche alla mancanza del personale preposto. Secondo quanto riporta Il Giorno, prima delle recenti nuove assunzioni, gli ispettori del lavoro sono calati di 111 unità nell’arco di sei anni, passando da 794 nel 2014 a 683 nel 2020. Sorte peggiore per quanto riguarda gli operatori di Atsche si occupano di controllo e prevenzione, dove in dieci anni le risorse sono passate da 993 nel 2010 a 589 nel 2020.
    Numeri che hanno fatto scattare interventi da parte della Regione che, a fine dicembre scorso, ha approvato – su proposta dell’assessore alla Sicurezza, Riccardo De Corato – lo schema d’Intesa con Anci Lombardia per la promozione di un accordo con gli Enti locali finalizzato ai controlli nei cantieri edili in ottica di prevenzione degli incidenti sul lavoro. “L’obiettivo di Regione Lombardia – aveva spiegato De Corato – è quello di formare, presso i capoluoghi di Provincia, operatori di Polizia locale attraverso i servizi di prevenzione salute e sicurezza negli ambienti di lavoro (PSAL) delle Ats lombarde”. Aggiungendo anche l’intenzione di istituire dei nuclei sperimentali di Polizia locale specializzati, finanziati dalla Regione.
    E intanto in Regione ha raccolto l’unanimità anche la mozione n. 703 in tema di salute e sicurezza sul lavoro, grazie alla quale verranno implementate le risorse “per la programmazione e il sostegno di iniziative di prevenzione e di promozione della salute in ogni fascia d’età e in ogni ambiente di lavoro e a garantire piena attuazione del piano di assunzioni e completamento negli organici delle Ats dei nuovi dipendenti dedicati alla prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro”.
    Micol Mulè

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