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    Stadio San Siro, Sala: chi vuole salvarlo se lo compri

    Stadio San Siro, Sala: chi vuole salvarlo se lo compri
    Querelle Sala-Moratti sulle sorti del Meazza. Il sindaco disposto a cedere la struttura trovandone “un uso e una formula”. Replica il comitato Sì Meazza: “Manifestazioni scomposte di nervosismo; lo stadio è già nostro, dei milanesi, e non è suo.
    Uscita provocatoria quella del sindaco Beppe Sala a proposito delle sorti del vecchio San Siro, al centro di un appello trasversale contro il suo abbattimento, che controreplica manifestando la sua apertura a cedere lo stadio, rivolgendosi in particolare all’ex patron nerazzurro Massimo Moratti, “visto che ho sentito la sua disponibilità a far parte di questa iniziativa sul referendum”. Tradotto: chi vuole preservare la Scala del calcio si faccia avanti trovandone “un uso e una formula” a sue spese.
    Non si è fatta attendere la risposta dell’ex presidente dell’Inter che, dalle colonne della Gazzetta, ha ritenuto quella di Sala una caduta di stile: “Come si fa a dire ‘se lo compri lui’? È una battuta da paese”. E una replica è arrivata anche dal comitato Sì Meazza che, nel giro di pochissimi giorni dalla sua costituzione, può già contare su un centinaio di nomi illustri – tra cui appunto Massimo Moratti, insieme ad altri esponenti che spaziano dal mondo della società civile a quello della politica –, pronti a mettere in campo ogni azione utile pur di salvaguardare un simbolo storico di Milano: “Profondamente sbagliate sia nel tono che nel contenuto le parole del sindaco verso di noi, del Comitato, e verso l’amico Massimo Moratti – si legge sulla pagina Facebook -. Ho replicato al sindaco dicendo che sono manifestazioni scomposte di nervosismo; lo stadio è già nostro, dei milanesi e non è suo. Confonde il costo con gli incassi”.
    Il sindaco aveva infatti motivato le sue affermazioni facendone una questione prettamente economica: “Il tema del vecchio stadio è molto semplice – aveva detto a margine dell’inaugurazione della sede di Ntt Data -: tenere in funzione uno stadio del genere, fare una buona manutenzione e tenerlo in sicurezza costa tra i 5 e i 10 milioni all’anno”. E ha aggiunto: “Il problema vero è che il Comune non può, per il bene dei cittadini, assumersi costi per impianti inutilizzati”.
    Per i promotori della battaglia contro l’abbattimento del vecchio San Siro, lo stadio non sarebbe nemmeno da “recuperare”, visto che recentemente ha ospitato gare importanti, dal derby alla semifinale di Uefa Nations League. “Solo nel 2016 sono stati fatti da Comune ulteriori interventi per la sicurezza statica e l’adeguamento a norme internazionali, tali da consentire lo svolgimento della finale di Champions – proseguono –, a settembre 2021 i collaudi sul primo anello hanno confermato la solidità della struttura”. C’è da dire, però, che i due club milanesi intendono procedere speditamente con la realizzazione del progetto per il nuovo stadio, all’interno del quale non è contemplata la possibilità di mantenere entrambe le strutture.
    E a proposito dell’ipotesi referendaria, Sala taglia corto: “Lo facciano pure, ma ciò non può togliere al ruolo del sindaco il fatto di prendere le decisioni, perché sono stato eletto per questo”. Da qui l’invito del Comitato Sì Meazza rivolto al sindaco ad andare in aula consigliare “con tutte le carte e i documenti” per avere “un voto confermativo della sua linea da parte di un organismo rappresentativo dei milanesi, un po’ più rappresentativo di chi ha preso solo 1 voto su 4”. Il Comitato non si arrende, quello che per ora è certo è che fino alle Olimpiadi Invernali del 2026 la Scala del calcio rimarrà attiva, pronta ad ospitare la manifestazione di apertura. Dal derby del 19 settembre 1926 che lo inaugurò ai giochi olimpici invernali 2026, cento anni di storia del Meazza. Poi si vedrà.
    Micol Mulè

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