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    SuperLega: scoppia la guerra del calcio europeo

    SuperLega: scoppia la guerra del calcio europeo
    Nasce la SuperLeague dalla volontà di 12 top team europei. Ecco come funziona
    Nasce la SuperLega ed è guerra nel mondo del calcio. Con un comunicato uscito tra domenica notte e lunedì mattina, dodici tra i maggiori club europei hanno dato vita alla SuperLeague, una nuova competizione calcistica infrasettimanale. Tra i club fondatori si annoverano Milan, Inter, Juve, Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Barcellona, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham. 15 squadre parteciperanno di diritto e altre 5 tramite qualificazione, per un totale di 20 team. In questo modo le squadre partecipanti giocherebbero un minimo di 18 partite fino a un massimo di 25 per chi arriva in finale, contro il minimo attuale di 6 partite (e un massimo di 13) della Champions League.
    La SuperLega dovrebbe partire ad agosto ed è strutturata come segue: due gironi da dieci squadre con le prime tre classificate di ogni girone che si qualificheranno in maniera automatica ai quarti di finale. Le quarte e le quinte classificate, invece, si affronteranno per i due restanti posti disponibili per i quarti. La finale sarà a gara secca e dovrebbe essere disputata a fine maggio.
    Le implicazioni di questa scelta sono molteplici a partire dall’entità stessa della SuperLega che sarà gestita da una società dove ogni club fondatore parteciperà con una quota uguale: l’investimento ipotizzato si aggira tra i 2 e gli 8 milioni di euro. Il presidente sarebbe Florentino Pérez, attuale presidente del Real Madrid, mentre la vicepresidenza sarebbe in mano ad Andrea Agnelli, presidente della Juventus. Pérez ha dichiarato che l’intento è aiutare portare il calcio ad occupare il posto che gli spetta nel mondo: “Il calcio è l’unico sport davvero globale con più di quattro miliardi di appassionati e la responsabilità di noi grandi club è di rispondere ai loro desideri”. Sulla stessa scia Agnelli: “I 12 Club Fondatori hanno una fanbase che supera il miliardo di persone in tutto il mondo e un palmares di 99 trofei a livello continentale. In questo momento critico ci siamo riuniti per consentire la trasformazione della competizione europea, mettendo il gioco che amiamo su un percorso di sviluppo sostenibile a lungo termine, con un meccanismo di solidarietà fortemente aumentato, garantendo a tifosi e appassionati un programma di partite che sappia alimentare il loro desiderio di calcio e, al contempo, fornisca un esempio positivo e coinvolgente”.
    La forza motrice di questo progetto rimane l’aspetto pecuniario. Secondo il Wall Street Journal, al momento i diritti televisivi e commerciali del calcio professionistico valgono all’incirca 2,75 miliardi di euro. Con la SuperLeague è previsto un contributo una tantum ai 15 club fondatori pari a 3,5 miliardi di euro da parte dell’organo direttivo.
    Una mossa che ha suscitato critiche da ogni dove, a partire dalle storiche organizzazioni calcistiche. La Uefa, la Premier League, la Lega Serie A, la Liga e la Federcalcio inglese, spagnola e italiana, tramite un comunicato congiunto, non hanno usato mezzi termini per condannare l’intenzione dei 12 club europei di creare una Super League: “Se ciò dovesse accadere, teniamo a ribadire che noi resteremo uniti nei nostri sforzi per fermare questo cinico progetto, un progetto che si fonda sull’interesse personale di pochi club in un momento in cui la società ha più che mai bisogno di solidarietà”. La nota si conclude sottolineando l’intenzione di prendere in considerazione tutte le misure disponibili, sia a livello giudiziario che sportivo. Il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin, ha confermato che i calciatori che parteciperanno alla SuperLega saranno banditi da Mondiali ed Europei.
    Al coro di protesta si sono aggiunte anche importanti figure politiche tra cui il premier inglese Boris Johnson che considera questa iniziativa “molto dannosa” e ha affermato che il governo britannico cercherà di impedirla. Gli ha fatto eco il presidente francese, Emmanuel Macron, che ha lodato l’assenza delle squadre transalpine nella SuperLega che “minaccia i principi di merito e solidarietà nel calcio”. Anche il numero uno del PD, Enrico Letta, considera tale idea “sbagliata e intempestiva”.
    Se dunque cominciano già a profilarsi all’orizzonte minacce di battaglie legali, la neo-lega sembra tuttavia avere solidi appoggi. Nella giornata di ieri, infatti, alcune testate internazionali hanno rivelato come da un punto di vista finanziario, dietro questo progetto ci sia JP Morgan, che contribuirebbe all’investimento iniziale con oltre 5 miliardi di euro. Indiscrezione poi confermata dalla banca americana.
    Simone Fausti

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