martedì, Aprile 16, 2024
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    ECCO LO SPRAY BRESCIANO CHE PUO’ AIUTARE NEL RISCHIO COVID

    La seconda ondata del Covid-19 è già realtà. Un capitolo degli studi medico-scientifici riguarda le molecole naturali. Quelle che potrebbero quantomeno dare una mano. L’Italia, però, sembra leggermente indietro su questo piano.

    Il “sembra” è d’obbligo perché in realtà esiste chi si sta impegnando per comprendere se alcune di quelle molecole possano essere complementari alla lotta contro il nuovo coronavirus. Un caso esemplare è quello di Ebtna Lab, che fa parte di Magi Group: quella azienda ha studiato le alfa-ciclodestrine ed un polifenolo dell’ulivo, con risultati che definire incoraggianti è ormai un atteggiamento pacifico. Del resto Matteo Bertelli, il genetista che guida il gruppo, è stato premiato dalla Società europea di biotecnologie: lo spray prodotto da Bertelli è stato ritenuto la migliore biotecnologia di quel tipo in questa fase (http://www.ebtna.eu/haber/the-best-anti-covid-product-award-to-drmatte-8773).

    Buona parte del percorso intrapreso per confezionare un composto naturale in forma di spray, che si propone di essere utile per ridurre il rischio di contrarre le infezioni alle alte vie respiratorie, ha inizio in Lombardia ed in Trentino Alto Adige, dove i laboratori guidati dal Bertelli si stavano occupando, prescindendo dal Sars-Cov2, del meccanismo della endocitosi. Lo stesso che viene utilizzato dal virus che ha messo in ginocchio l’intero pianeta.

    “Nel primo lavoro, attraverso studi bioinformatici e sul confronto con altri coronavirus conosciuti – fanno sapere da San Felice del Benaco, che è il centro di comando dell’azienda che ha ideato e creato il composto naturale – si è evidenziata un’omologia di sequenza tra Sars-Cov2 e Sars-CoV-1: entrambi usano l’endocitosi come meccanismo di ingresso nella cellula. Era insomma già chiara la dimostrazione di come le alfa-ciclodestrine ed un polifenolo dell’ulivo potessero ridurre l’infettività di molti tipi di virus, inclusa la famiglia dei coronavirus, attraverso l’interferenza con l’endocitosi lipid-rafting mediata del virus sulle cellule umane ospitanti”.

    L’impegno del gruppo procede, mediante una combinazione di molecole, tramite cui fare delle ricerche sull’efficacia e su tutti gli altri fattori che vanno indagati in queste circostanze. Le prime prove lasciano ben sperare, e allora Bertelli ed i suoi insistono: viene sviluppato lo spray: “Questo studio (il secondo, ndr) mirava tanto dimostrare il profilo di sicurezza dello spray in vitro – continuano dal bresciano – quanto il profilo di sicurezza dello stesso spray sull’uomo. Il prodotto è stato testato su 87 individui volontari negativi al COVID-19, con diverse caratteristiche cliniche e con differenti farmaci assunti in uno studio osservazionale senza braccio di controllo. Nessuno di questi individui dopo l’utilizzo dello spray per una settimana ha presentato effetti collaterali”.

    Ma la ricerca medico-scientifica ha bisogno di tempo e di prove sempre più estese.  Oggi è tuttavia possibile tenere in considerazione l’emersione di nuove considerazioni derivanti da ulteriori pubblicazioni di carattere scientifico: “In particolare – fanno sapere dall’azienda -, il gruppo di EBTNA lab, in collaborazione con il prof. Gaimpietro Farronato dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e con il prof. Mahmut Çerkez Ergören della Near East University di Cipro, ha condotto uno studio bioinformatico in cui si è visto come l’azione combinata di alfa-ciclodestrine e idrossitirosolo interagisca con la proteina Spike del coronavirus e con il recettore ACE2 localizzato nei lipid-raft. Sempre per lo stesso studio sono stati arruolati 50 volontari ciprioti negativi al coronavirus.

    I 50 volontari non sono diventati positivi in 15 giorni per SARS-CoV-2, dopo la somministrazione del composto per due settimane, nonostante fossero a maggior rischio di infezione rispetto alla popolazione generale”. Ma non è tutto. Arriva infatti una specificazione, per cui l’azienda non cela affatto la soddisfazione provata: “Inoltre, nella coorte di sei pazienti ciprioti positivi, a due pazienti è stato somministrato lo spray. Questi due sono diventati negativi dopo cinque giorni. I restanti pazienti non trattati, invece, sono diventati negativi dopo dieci giorni” https://www.mattioli1885journals.com/index.php/actabiomedica/article/view/10817.

    Il gruppo, per una questione statistica legata alle probabilità, si sarebbe aspettata almeno un paziente positivo dopo la sperimentazione, ma questo dato non è stato riscontrato. Lo spray – ci tengono a rimarcare da San Felice del Benaco – non è, non sarebbe e non sarà in competizione o alternativo alle regole di distanziamento e prevenzione che il mondo scientifico sta contribuendo a delimitare. Nessuno, del resto, ha mai parlato della possibile natura sostitutiva dello spray al vaccino anti-Covid19.

    Anzi, dall’azienda fanno sapere che “il prodotto in oggetto non sostituisce le mascherine, il distanziamento, l’uso dei disinfettanti, l’attenzione a misurarsi la temperatura prima di ogni entrata al lavoro o luogo pubblico e prima dell’uscita dal domicilio,  l’immediato test attraverso i tamponi, la quarantena in caso di positività, la vaccinazione antinfluenzale (come indicato dagli specialisti), il vaccino specifico (nel momento in cui sarà possibile somministrarlo), l’utilizzo della app di tracciamento dei contatti con possibili positivi e tutte le altre misure di contenimento e  prevenzione che sono state individuate e che verranno predisposte in questi mesi pandemici”. L

    ’altro studio portato avanti in questo ultimo periodo riguardava anche “l’identikit dei pazienti” finiti purtroppo in terapia intensiva (https://www.europeanreview.org/article/23061):

    “Abbiamo scoperto – hanno ripercorso dal bresciano – che l’ammissione alla terapia intensiva e la scarsa sopravvivenza erano associate all’età avanzata e all’indice di massa corporea più elevato, sebbene con differenze di significatività statistica. Malattie e sintomi preesistenti al momento del ricovero non erano associati a diversi esiti clinici. Abbiamo notato che il sesso maschile era più diffuso tra i pazienti con SARS-CoV-2 ed era correlato negativamente alla sopravvivenza, ma non era associato a un ricovero più frequente in terapia intensiva”, ha concluso il genetista, che – come premesso – è stato di recente premiato per via dello spray dalla Società europea di biotecnologie.

    Durante questa seconda ondata, anche in Russia (https://www.rts.rs/page/stories/sr/%D0%9A%D0%BE%D1%80%D0%BE%D0%BD%D0%B0%D0%B2%D0%B8%D1%80%D1%83%D1%81/story/3148/zivot-u-vreme-pandemije/4112096/kovid-antikovid-sprejevi.html) ed in Germania (http://medical-text.de/wissenswertes/neues-nasenspray-soll-covid-19-vorbeugen/) si accorgono dello spray bresciano che punta a ridurre il rischio di contrarre il Covid-19.

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