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sabato, Luglio 27, 2024
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    Home Economia Effetto covid sulla ristorazione milanese: si allunga la lista delle chiusure eccellenti

    Effetto covid sulla ristorazione milanese: si allunga la lista delle chiusure eccellenti

    Effetto covid sulla ristorazione milanese: si allunga la lista delle chiusure eccellenti

    Il N.10 di Alex Del Piero rimane chiuso fino a data da destinarsi. Alzano bandiera bianca anche “Attimi” dello stellato chef Heinz Beck a City Life, insieme a “Oste e Cuoco” di La Mantia e lo storico “Paper Moon” dopo 43 anni di servizio.

    Ci sono nomi eccellenti nell’elenco, tristemente in divenire, dei locali milanesi che soccombono sotto i colpi sferzanti della crisi economica provocata dal Covid. Nessuna zona della città è esclusa e non sono risparmiati dai suoi effetti né gli chef più blasonati e nemmeno rinomati proprietari del calibro di Alex Del Piero, che stavolta non va in rete con il suo N.10, ai tempi della Juve maglia simbolo del fantasista e ora brand della ristorazione. Il locale di via Montegrappa, aperto lo scorso ottobre e chiuso con il lockdown, non aprirà più le porte ai clienti, questa almeno è la voce che circola tra i bene informati. “Informiamo la gentile clientela che N10 Milano non ha ancora deciso una data di riapertura. Vi invitiamo a consultare il sito per aggiornamenti”, è il messaggio che campeggia nell’homepage da ormai alcuni mesi. Troppo per far pensare ad un lieto fine, considerando che il gemello di Los Angeles è tornato in piena attività nonostante l’emergenza sanitaria.

    Il locale di Alex Del Piero è solo il più recente nella lista delle chiusure nel campo della ristorazione che stanno affliggendo la città. E in questo panorama non aiutano neanche le stelle – Michelin – a rialzare lo sguardo e tantomeno la saracinesca. Lo sa bene il famoso chef Heinz Beck, tre stelle Michelin, ideatore del bistrot “Attimi” di Milano al numero 3 di piazza Tre Torri nel cuore del rinomatissimo quartiere City Life. Nella food hall dello shopping district non verranno più serviti i menu “a tempo” – peculiarità del bistrot – perché il peso dell’assenza dei lavoratori che abitualmente popolavano gli uffici dei tre grattacieli è insostenibile. Generali, Allianz e Pwc, che qui hanno la loro sede, hanno prolungato lo smart working con una conseguente riduzione del flusso di avventori per tutti i locali che trovano spazio nel centro direzionale. Beck del resto l’aveva ipotizzato, tant’è che subito dopo il lockdown aveva annunciato il posticipo della riapertura del suo locale proprio per cercare di limitare gli effetti dovuti all’assenza dell’abituale numero di avventori. Un posticipo che si è poi trasformato in una chiusura definitiva.

    Stessa sorte per “Oste e Cuoco” dello chef Filippo La Mantia, che ha annunciato la chiusura del locale di piazza Risorgimento per cercare una location ridimensionata negli spazi e soprattutto nei costi di gestione, ormai insostenibili. In questo caso la serrata non è attribuibile alla mancanza di clienti, quanto alla perdita di tutto l’indotto delle attività collaterali del ristorante – eventi, cene aziendali e consulenze – che faticano a ripartire. Milano dice addio anche ad un pezzo della sua storia, il “Paper Moon” di via Bagutta, nel cuore della città, icona della “Milano da bere” e crocevia di vip dal 1977. I gestori, Pio Galligani e consorte, hanno dato appuntamento ai clienti al “Paper Moon giardino”, una versione più ridotta del precedente che si augurano possa avere un destino migliore. Quello che purtroppo non sembra prospettarsi per molte, troppe, realtà milanesi.

    Micol Mulè

     

     

     

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