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    Piano nazionale di riforma: priorità alla riforma del fisco

    Piano nazionale di riforma: priorità alla riforma del fisco

     

    La bozza del Pnr mette al centro delle misure da attuare una riforma della pressione fiscale italiana che è tra le più alte d’Europa.

     

    In questi giorni è stata completata la bozza del Piano nazionale di riforma (Pnr) che consiste in un progetto inserito nel Documento di economia e finanza con il quale il governo fa il punto sulle riforme attuate dal paese a seguito delle raccomandazioni dell’anno precedente dell’Unione Europea. È un testo utile per capire quale direzione sta prendendo l’Italia sotto diversi punti di vista e che cerca di stimare l’impatto di alcune proposte di riforme.

    Secondo quanto riportato dall’Ansa, il punto principale sarà una riforma complessiva che coinvolga sia la tassazione diretta che quella indiretta con l’obiettivo “di disegnare un fisco equo, semplice e trasparente per i cittadini, che riduca in particolare la pressione fiscale sui ceti medi e le famiglie con figli e acceleri la transizione del sistema economico verso una maggiore sostenibilità ambientale e sociale”.

    Quello delle tasse è un punto particolarmente dolente per l’Italia dal momento che, secondo gli ultimi dati OCSE che risalgono al 2019, il cuneo fiscale per le famiglie italiane in media è pari al 39,2%, il più alto tra i paesi europei dell’OCSE mentre per i single italiani è del 48%. Il governo si è vantato di aver tagliato il cuneo fiscale a luglio per 16 milioni di lavoratori i quali potrebbero ricevere fino a 100 euro in più in busta paga. Una misura che tuttavia non ha il carattere di intervento profondo sul fisco italiano, operazione necessaria e che con questo Pnr sembra finalmente poter giungere sul tavolo del Consiglio dei ministri.

    Il Ministro dell’economia, Roberto Gualtieri, commentando la bozza del Pnr  ha affermato che “non c’è tempo da perdere, dobbiamo evitare una fase di depressione economica”. Per evitare una forte contrazione economica, il governo dunque sta lavorando a un piano per l’autunno fondato su tre pilastri: “modernizzazione del Paese, transizione ecologia e inclusione sociale e territoriale e parità di genere”.

    L’obiettivo della maggioranza è usare le risorse messe a disposizione dell’Ue in diversi ambiti come l’incremento degli investimenti pubblici che supererebbero il 3%, un nuovo finanziamento degli ammortizzatori sociali, sette miliardi in più da destinare a istruzione e ricerca in un arco temporale di tre anni, eliminare i divari retributivi dovuti alle discriminazioni di genere, destinare 3 miliardi di euro in più all’edilizia scolastica e tutta una serie di norme per supportare la scuola e le nuove necessità imposte dal covid-19 quali la didattica a distanza, nuove piattaforme tecnologiche e l’ampliamento degli edifici esistenti.

     

    Simone Fausti

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