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    Gas, accordo Usa-Ue per 15 miliardi di metri cubi in più di Gnl

    Gas, accordo Usa-Ue per 15 miliardi di metri cubi in più di Gnl

    La partecipazione di Biden al Consiglio europeo di questa settimana ha portato frutti concreti. Oltre a rinsaldare l’unità di intenti dell’Occidente rispetto alla guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina, il presidente americano e Ursula von der Leyen hanno annunciato un accordo di principio tra Casa Bianca e Commissione Europea sulla fornitura di gas naturale liquefatto (Gnl), di cui gli Stati Uniti sono uno dei maggiori esportatori al mondo.

    L’America fornirà nel 2022 altri 15 miliardi di metri cubi di Gnl all’Ue, una quantità che aumenterà in maniera graduale fino a raggiungere i 50 miliardi di metri cubi nel 2030 con l’obiettivo di sostituire almeno un terzo del gas russo che arriva nella capitale europee entro otto anni. Biden e von der Leyen hanno inoltre annunciato la creazione di una task force congiunta che lavorerà per ridurre la dipendenza dalle fonti fossi che provengono da Mosca e per rafforzare la sicurezza energetica del continente, in vista soprattutto del prossimo inverno. Gli obiettivi principali sono quelli di diversificare maggiormente le forniture di Gnl rispettando gli obiettivi climatici e al contempo ridurre la domanda di gas naturale.

    Il Vecchio Continente ha bisogno dunque del Nuovo Continente per rendersi energeticamente indipendente dalla Russia ed è significativo che l’accordo tra Usa e Ue sia arrivato due giorni dopo l’ordine che Putin ha inviato al colosso statale Gazprom di accettare solo pagamenti in rubli per il gas che fornisce agli europei. Il capo del Cremlino ha affermato esplicitamente che questa regola vale per i “Paesi ostili” alla Russia, secondo quanto ha riportato il quotidiano economico locale Kommersante tanto è bastato a innescate un breve rally del rublo gli scorsi giorni. Un fatto che Draghi ha definito senza esitazioni “una violazione contrattuale” dal momento che i contratti di gas e petrolio in gran parte sono denominati in dollari e in euro e una loro modifica unilaterale violerebbe quanto precedentemente concordato, accendendo una sfida legale. La mossa di Putin rischia in realtà di accelerare il processo di sganciamento dei Paesi europei dall’energia russa. Ieri il ministero dell’Economia tedesco ha annunciato che entro metà anno le importazioni di petrolio dalla Russia dovrebbero dimezzarsi mentre Berlino dovrebbe rendersi del tutto indipendente entro la fine del 2022. Sul fronte del gas, invece, la Germania ritiene di poter essere in gran parte indipendente entro la metà del 2024.

    Redazione

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