Un piano d’azione per rafforzare la competitività dell’industria chimica e, allo stesso tempo, una stretta mirata sulle sostanze chimiche più inquinanti. La Commissione europea ha presentato un pacchetto strategico che affronta in modo articolato due fronti cruciali: da un lato, garantire la sostenibilità ambientale attraverso la riduzione dell’uso di Pfas; dall’altro, tutelare l’autonomia industriale europea in un settore chiave e sensibile alle pressioni del mercato globale.
Bruxelles annuncia così un’Alleanza per le sostanze chimiche critiche, che coinvolgerà Stati membri e stakeholder per individuare i siti produttivi essenziali da proteggere e sostenere. L’obiettivo è duplice: evitare la chiusura di impianti strategici e prevenire eccessive dipendenze da Paesi terzi, che potrebbero generare distorsioni nella catena di approvvigionamento. Tra gli impianti considerati critici figurano quelli dedicati allo steam cracking, alla produzione di ammoniaca, cloro e metanolo, ritenuti fondamentali per l’economia dell’Ue. In parallelo, Bruxelles promette di intervenire con misure di difesa commerciale rapide in caso di concorrenza sleale da parte di Paesi extraeuropei.
Il piano è accompagnato da un pacchetto di semplificazione normativa che interessa prodotti chimici, cosmetici e fertilizzanti. La Commissione stima che le modifiche proposte potrebbero generare un risparmio per le imprese di circa 363 milioni di euro l’anno. “Siamo sulla buona strada per individuare almeno 37,5 miliardi di euro di risparmi attraverso il nostro programma di semplificazione”, ha dichiarato il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis. Solo quest’ultimo pacchetto permetterebbe un taglio degli oneri da 350 milioni annui, da sommare agli oltre 8 miliardi già recuperati in precedenza.
Una parte rilevante del pacchetto riguarda le etichette per le sostanze pericolose, che saranno rese più flessibili e digitali, riducendo i costi a carico delle imprese. Per i cosmetici si snelliranno le procedure per l’inserimento di nuovi ingredienti – inclusi coloranti, conservanti e filtri UV – mentre nel settore dei fertilizzanti sarà eliminato l’obbligo di registrazioni estese, con l’applicazione delle norme previste dal regolamento Reach per facilitare l’accesso al mercato.
Sotto il profilo ambientale, la Commissione conferma l’intenzione di introdurre entro il 2026 una “restrizione rigorosa” sui Pfas, le cosiddette “sostanze chimiche permanenti”, famose per la loro elevata persistenza nell’ambiente. Il divieto, tuttavia, sarà modulato: l’uso resterà consentito qualora non siano ancora disponibili valide alternative. L’approccio, spiegano da Bruxelles, sarà scientificamente fondato ma pragmatico, per tutelare al tempo stesso salute, ambiente e competitività industriale.
Una strategia, dunque, che cerca di bilanciare transizione ecologica e salvaguardia dell’apparato produttivo, in un momento in cui l’Europa si muove in un contesto globale sempre più competitivo e complesso.
Gloria Giovanditti