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lunedì, Settembre 9, 2024
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    Pensioni: le sei nuove fasce di reddito

    Pensioni: le sei nuove fasce di reddito
    Con la nuova Manovra cade l’attuale schema di rivalutazione a tre scaglioni e si installa un nuovo meccanismo con sei fasce che garantisce la rivalutazione piena al 100% solo per gli assegni fino a circa 2100 euro. A scendere progressivamente di percentuale ci sono poi le altre fasce di reddito.
    Dal 1° gennaio 2023 cala il sipario sullo schema attualmente vigente, articolato su tre fasce di reddito per la rivalutazione delle pensioni: 100% per i trattamenti fino a 4 volte il trattamento minimo Inps (circa 525 euro); 90% per quelli superiori a 4 volte e fino a 5 volte il minimo; 75% sulle fasce di importo superiori a 5 volte il minimo. Nelle scorse settimane il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha firmato il decreto che fissa al 7,3% la quota di indicizzazione al caro vita per l’adeguamento da far scattare a gennaio.
    È stato previsto un bonus che farà salire ad almeno 570 euro le pensioni minime nel 2023 e a circa 580 euro nel 2024. Il nuovo meccanismo è declinato su sei fasce di reddito e garantisce la rivalutazione al 100% solo per gli assegni pensionistici fino a 2100 euro.
    Si scende poi progressivamente all’80% per i trattamenti inferiori o pari a 2.625 euro, al 55% per quelli tra 2.626 e 3.150 euro, al 50% tra 3.151 e 4.200 euro, al 40% tra 4.201 e 5.250 euro e al 35% per le pensioni oltre questa ultima soglia. È quanto stabilito nella Manovra approvata l’altro ieri dal governo Meloniè la manovra approvata dal governo Meloni, nell’ultima versione messa a punto dai tecnici, per indicizzare gli assegni pensionistici al caro vita.
    Nel disegno di legge di bilancio vengono confermate le uscite con il mix Quota 42 e 62 anni d’età (di fatto Quota 103), così come il bonus del 9,19% per i lavoratori che decideranno di rinviare l’uscita una volta raggiunti i requisiti di Quota 103.
    Si è deciso per un nuovo sistema di perequazione degli assegni pensionistici per il biennio 2023-2024, che premia i trattamenti al minimo, mantiene la rivalutazione piena per quelli fino a quattro volte il minimo e taglia progressivamente gli adeguamenti per gli assegni superiori a questa soglia.
    Come detto anche per i prossimi due anni la rivalutazione sarà piena per le pensioni fino a quattro volte il minimo Inps (circa 2.100 euro), e poi a seguire progressivamente dall’80% in giù per quelle tra 5-6 volte il minimo, 7-8 volte, 8-10 volte e infine le pensioni superiori a 10 volte il minimo.
    La rivalutazione delle pensioni minime di quelle ancora più basse sarà “rafforzata”, dove il minimo sarà incrementato dell’1,5% il prossimo anno e del 2,7% nel 2024. Tenendo conto dell’indicizzazione del 7,3%, gli assegni più bassi dovrebbero arrivare a oltre 570 euro il prossimo anno e a circa 580 in quello successivo.
    Pietro Broccanello

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