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    Mar Rosso, i ribelli yemeniti Houthi rivendicano l’attacco a una petroliera norvegese: era diretta in Italia

    Mar Rosso, i ribelli yemeniti Houthi rivendicano l’attacco a una petroliera norvegese: era diretta in Italia
    Mentre proseguono gli scontri tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, rimane alta l’attenzione nella parte meridionale del Mar Rosso. Dal 7 ottobre le cancellerie internazionali si sono adoperate per evitare un potenziale allargamento del conflitto, tuttavia, la tensione nel sud della penisola arabica è elevata. Questa settimana il gruppo di ribelli Houthi dello Yemen, storicamente sostenuti dall’Iran, ha rivendicato l’attacco missilistico contro una nave petrolifera nominata Strinda che batteva bandiera norvegese. Il vascello è stato colpito da un missile da crociera mentre attraversava lo stretto di stretto di Bab-el-Mandeb che divide la penisola arabica dal continente africano e che rappresenta uno dei colli di bottiglia più delicati per il passaggio del petrolio verso il continente europeo.
    La compagnia di navigazione Mownickels, proprietaria della petroliera colpita, ha dichiarato che a seguito dell’attacco è scoppiato a bordo un incendio, poi spento, ma nessun membro dell’equipaggio è rimasto ferito. Il cacciatorpediniere statunitense USS Mason è giunto in soccorso della nave, come ha spiegato il Comando centrale americano. Mownickels ha dichiarato che la petroliera “era in rotta verso l’Italia dalla Malesia con materie prime per biocarburanti” ma, a seguito dell’attacco, è stata costretta a procedere verso un porto sicuro.
    Un portavoce degli Huthi ha affermato che “unità navali delle forze armate yemenite hanno preso di mira una petroliera norvegese, la Strinda, che trasportava carburante per Israele”, rivendicando così l’attacco. Lo scorso weekend il gruppo ribelle sciita aveva esplicitamente minacciato di colpire qualunque nave di passaggio nel Mar Rosso e diretta verso Israele nel caso in cui i palestinesi della Striscia non avessero ricevuto aiuti di emergenza. Una linea d’azione che minaccia uno dei corridoi più importanti per il passaggio di greggio e gas naturale liquefatto che a sua volta dà accesso al canale di Suez dal quale passa circa il 10% del petrolio globale, l’8% di gnl e il 12% del totale dei commerci marittimi. Nel frattempo, Joe Biden, in occasione di un ricevimento per la festivitò di Hanukkah, ha assicurato che gli Stati Uniti continueranno a fornire armi a Tel Aviv finché non “non elimineremo Hamas e lavoreremo per il ritorno sicuro degli ostaggi”.

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