Ego e dintorni
Si parla spesso dell’Ego connotandolo di una accezione negativa, come se fosse qualcosa da eliminare. Ed effettivamente spesso è così, rappresenta quella parte di noi che affermandosi individualmente, ci separa dalle altre persone ma soprattutto da noi stessi. In realtà l’Ego non è positivo né negativo. È solo il modo in cui lo utilizziamo che ne determina la valenza. È pur vero che l’EGO ci tenta, esso è legato al raggiungimento del piacere personale e del suo godimento effimero e temporaneo. Questo porta col tempo a cadere in trappola di noi stessi: da una parte la ricerca dell’appagamento momentaneo e dall’altra la frustrazione e l’insoddisfazione per il mancato raggiungimento di risultati. In realtà Ego significa IO e per Freud non è negativo, rappresenta la dimensione cosciente e razionale della mente. A cui, il buon Sigmund aggiunge l’Es che rappresenta l’istinto e il Super Io che è l’insistenza con cui la nostra psiche controlla il comportamento morale e il nostro senso del dovere. Platone, da cui Freud ha attinto a piene mani, sostiene che l’indole umana è come un uomo che guida un carro con due cavalli ostinati, ciascuno dei quali vuole andare in una direzione diversa. L’ego-io si barcamena costantemente fra le richieste dell’Es e del Super Io, gonfiandosi quando si sente il più bravo, il più forte, il più bello, il più onnipotente e onnipossente e reagisce fortemente quando si sente minacciato di svalutazione. È estremamente suscettibile, perché si alimenta dell’energia vitale della rabbia repressa. Quest’ultima si ferma davanti ad un bivio, ha due scelte:
– o lasciarsi dominare e sopraffare dall’istinto egoico di prevaricazione, oscillando tra momenti di esaltazione e altri di frustrazione.
– o consolidare l’autostima. Quella vera che porta a volerti bene, che può venire solo dall’interno, dalla consapevolezza e fiducia nelle proprie capacità, accentandone serenamente anche i limiti e le fragilità.
Brian Weiss, psichiatra e luminare dell’ipnosi regressiva, così scrive in uno dei suoi libri più ispirati “Molte vite, un solo amore”:
“L’Ego è transeunte, un falso sé. Tu non sei il corpo. Tu non sei la tua mente. Tu non sei il tuo Ego. Tu sei molto di più di queste cose… tutto ciò che ha a che fare con l’orgoglio, l’arroganza, gli atteggiamenti difensivi, la paura – vale meno che niente. Questa parte dell’Ego ti tiene separato dalla saggezza, dalla gioia…devi trascendere il tuo Ego e trovare il tuo vero sé. Il vero sé è la parte permanente e più profonda di te. Essa è saggia, amorosa, sicura e gioiosa”.
Anche nei rapporti di coppia la prima cosa da attuare è liberarsi dall’ego, sembra banale dirlo, ma è la causa principale di fine dei rapporti sentimentali. L’Io va deposto per far prevalere “il noi; la coppia è composta da due persone con necessità, motivazioni, obiettivi, interessi, aspettative e desideri diversi, tuttavia, è importante che questi non si impongano limitando il percorso di crescita emotiva. Le relazioni sane sono costruite sul compromesso non sul dominio. E anche quando sopraggiungano gli inevitabili conflitti, diventa fondamentale ascoltare le opinioni dell’altro con la consapevolezza che la coppia non vince se uno dei due avverte un sentimento di frustrazione. I conflitti devono mettere in crisi i momenti, mai il cuore.
E parlando di cuore mi tornano in mente le parole di “Don Juan” di Carlos Castaneda
“chiediamoci sempre se la via che stiamo percorrendo ha un cuore, se ce l’ha è la via giusta”.
Ogni volta che metto amore e dedizione in quello che faccio, ogni volta che pongo le mie competenze per aiutare qualcuno senza pensare a quanto tempo, denaro o fatica mi siano costati, ogni volta che offro le mie capacità e il mio coraggio per difendere una giusta causa o per aiutare qualcuno vittima di soprusi, ogni volta che mi batto per fare rispettare la verità con veemenza, ogni volta che le altre persone mi rivolgono apprezzamenti positivi, ecco, in tutti questi casi, interviene il cuore e se c’è il cuore, c’è anche Amore.
Badate bene, tuttavia, che il segreto risiede nel verbo “aiutare”. Facciamo attenzione a chi, riempiendosi la bocca di parole dolci come il miele, intende sfruttarvi per il proprio tornaconto o il proprio arricchimento. Si tratta di persone, abili manipolatrici, che in caso di vostro dissenso, non esiteranno a trasformare le parole in fiele, tacciandovi di essere carenti di umiltà.
Pertanto, quando ci affermiamo nella vita ottenendo risultati positivi, stima e riconoscimenti mettiamo in campol’autostima, l’ego buono. Quando invece siamo dominati da un sentimento di rivincita, di rivalsa come se fossimo in una gara competitiva con gli altri, ci facciamo dominare dall’ego cattivo. L’ego, dunque, è un mezzo, esiste solo per permetterci di capire chi siamo veramente, per correggere gli atteggiamenti nocivi e farci evolvere.
Patrizia Zito