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sabato, Luglio 27, 2024
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    Home Prima pagina In arrivo il verdetto Ue sui balneari

    In arrivo il verdetto Ue sui balneari

    In arrivo il verdetto Ue sui balneari
    Al centro del dibattito politico questa settimana, oltre alla questione dei migranti, torna di nuovo sul tavolo anche l’ormai “annosa” questione del futuro delle concessioni balneari. Dopo il dl Milleproroghe, che ha posticipato di un anno le concessioni senza gare almeno fino al 31 dicembre 2024, il provvedimento è subito finito nel mirino di Bruxelles, del Quirinale e del Consiglio di Stato. Il governo si prepara a un momento cruciale, in attesa della sentenza della Corte di giustizia europea prevista domani in merito all’applicazione della direttiva Bolkestein sulle concessioni delle spiagge.
    Non è soltanto la questione dei migranti, al centro del braccio di ferro tra maggioranza e opposizioni sulla stretta sulla protezione speciale, a occupare le attenzioni del governo. In questi giorni è tornata alla ribalta anche la questione delle concessioni balneari, un tema che sembra essere destinato a protrarsi all’infinito (o quasi). Soprattutto dopo che il provvedimento contenuto nel dl Milleproroghe, in base a cui le concessioni senza gare sono state prorogate almeno fino al 31 dicembre 2024, ha ben presto attirato le “attenzioni” della Commissione europea, del Quirinale e del Consiglio di Stato.
    Il verdetto di Bruxelles è atteso per domani, tramite la sentenza della Corte di giustizia europea, interpellata dal Tar di Lecce sull’applicazione della direttiva Bolkestein sulle concessioni per le spiagge: secondo ogni previsione il verdetto dovrebbe confermarela giurisprudenza in materia.
    Secondo fonti dell’Ue, invece non dovrebbe arrivare il parere motivato previsto per la giornata di oggi, che rafforzerebbe la procedura di infrazione con cui l’Italia è messa sotto mora da dicembre 2020, e che dovrebbe essere accompagnato dalla richiesta all’Italia di conformarsi entro due mesi.
    Due sono le motivazioni principali alla base di questa situazione: innanzitutto, durante l’incontro di settimana scorsa a Palazzo Chigi, la premier Giorgia Meloni avrebbe fornito rassicurazioni al commissario Ue Thierry Breton, con delega al Mercato interno. In secondo luogo Bruxelles potrebbe voler attendere la sentenza della Corte di giustizia europea prima di procedere. Si aggiunge il fatto che proprio oggi il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti incontra a Bruxelles la commissaria europea per la concorrenza Margrethe Vestager.
    La questione, ad ogni modo, non risale a ieri: già nel 2016 la Corte di giustizia si era espressa sulla direttiva Bolkestein in relazione alle concessioni balneari, sottolineando l’importanza di una procedura di selezione imparziale e trasparente. Tuttavia nel 2020 Bruxelles aveva sottolineato che la legislazione italiana, che prorogava le concessioni fino al 2033 e vietava alle autorità locali di avviare delle gare pubbliche sulle concessioni in scadenza, violava il diritto Ue, creando incertezza giuridica nel settore dei servizi turistici e scoraggiando investimenti in un settore cruciale per l’economia del Paese. Per questo la nuova sentenza della Corte di giustizia Ue attesa in questi giorni, come hanno sottolineato fonti europee, potrebbe avere conseguenze e dovrà essere pienamente presa in considerazione.
    Di fronte a una situazione del genere il governo è alla ricerca di una soluzione attraverso consultazioni con la maggioranza e l’UE, ma esistono diverse opinioni su come procedere all’interno della coalizione.
    Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha dichiarato durante un evento che gli imprenditori che desiderano continuare l’attività dei loro genitori e nonni dovrebbero avere diritto a gestire le spiagge in questione. Dal canto suo il settore balneare chiede al governo di risolvere l’attuale situazione di stallo, avviare un dialogo, raccogliere dati per la mappatura delle spiagge e procedere con i decreti attuativi legati alla legge sulla concorrenza varata dal governo Draghi per il calcolo degli indennizzi ai concessionari uscenti. In attesa del verdetto Ue, insomma, la risoluzione della questione delle concessioni balneari sembra (ancora una volta) molto lontana, e in questo contesto l’atteggiamento della Commissione europea non sembra facilitare certo le cose, per così dire.
    Pietro Broccanello

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