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    Manovra: cosa cambierà dopo il giudizio Ue

    Manovra: cosa cambierà dopo il giudizio Ue
    Il giudizio della Commissione europea del 14 dicembre sulla Manovra proposta dal governo Meloni è stato “complessivamente positivo, con alcuni rilievi critici”, come ha sottolineato il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni. In generale, l’Ue ha ritenuto la Finanziaria per il 2023 in linea con gli orientamenti di bilancio della raccomandazione dello scorso luglio, criticando tuttavia le misure più “politiche” della Manovra (contante, Pos, pensioni). Il governo ha raccolto l’invito di Bruxelles alla prudenza e al controllo della spesa corrente, mettendosi già allo studio di nuove ipotesi per “smussare” le misure più problematiche.
    Dopo il responso di Bruxelles dell’altro ieri sulla Manovra proposta dall’Italia, Giorgia Meloni si era dichiarata positivamente soddisfatta del riscontro ottenuto dalla Commissione europea e del lavoro svolto dal nuovo governo per definire nel breve tempo a disposizione le misure contenute nella legge di Bilancio. Ciononostante, accanto alla promozione del quadro macroeconomico e delle misure sull’energia che occupano una larga fetta della legge di Bilancio (in linea con gli orientamenti della raccomandazione del Consiglio del 12 luglio 2022), nell’opinione comunitaria spiccano le critiche rivolte a tutte le misure più “politiche” della manovra.
    In particolare i punti di maggiore frizione con il programma del governo riguardano l’innalzamento del tetto del contante da 2mila a 5mila euro, insieme alla misura che la Commissione ha chiamato senza troppi giri di parole “tax amnesty”, vale a dire “condono fiscale”, cioè un condono che permette la cancellazione di debiti fiscali pregressi relativi al periodo 2000-2015 e non superiori a 1.000 euro. Oltre a ciò le criticità più importanti interessano anche la possibilità di rifiutare i pagamenti elettronici di importo inferiore a 60 euro senza sanzioni, le misure sul Catasto e sul sistema pensionistico. Tutti provvedimenti che secondo Bruxelles non sarebbero in linea con le raccomandazioni specifiche per l’Italia sulla lotta all’evasione fiscale.
    Il governo ha subito accolto le indicazioni e le criticità evidenziate dalla Commissione e si è già messo allo studio di ipotesi e soluzioni alternative che possano maggiormente rientrare nelle raccomandazioni-paese. Sulla questione Pos, il deputato di Forza Italia Roberto Pella (uno dei relatori della Manovra), ha detto che “l’abbassamento della soglia a 30 euro per l’utilizzo del Pos è un’ipotesi allo studio, la stessa presidente Meloni aveva parlato a noi relatori e ai capigruppo di questa trattativa che lei stessa ha portato avanti con l’Europa”. La possibilità di scendere da 60 a 30 euro è dunque all’orizzonte e si configura come l’ipotesi più plausibile per mettere d’accordo il governo e l’Europa.
    Per quanto riguarda i costi del sistema pensionistico per il rinnovo nel 2023 dei regimi di pensionamento anticipato in scadenza, Quota 103 e gli altri canali temporanei di uscita anticipata non sono in linea con la richiesta di attuare pienamente le riforme previdenziali adottate in passato, a cominciare dalla legge Fornero, anche in funzione del contenimento della spesa pensionistico. A ciò si aggiunge il rimprovero sulle riforme strutturali, a partire dalla mancata riforma fiscale necessaria per ridurre ulteriormente le imposte sul lavoro e aumentare l’efficienza del sistema tributario. Anche su questi temi pertanto è probabile (se non necessario) che vengano elaborate soluzioni più idonee alle linee guida di Bruxelles per l’intervento sul nuovo fisco italiano.
    Infine, rimarca l’esecutivo Ue nel parere sulla manovra italiana, si dovrebbe prevedere “l’allineamento dei valori catastali a quelli di mercato correnti”, la riduzione delle spese fiscali che nell’ottica comunitaria deve puntare anche ad alleggerire le esenzioni e le deroghe all’aliquota ordinaria dell’Iva, il taglio dei sussidi ambientalmente dannosi e una semplificazione del Codice tributario. Tra gli obiettivi giudicati irrinunciabili c’è poi, naturalmente, una riduzione ulteriore del cuneo fiscale, che le mosse su Iva, Catasto e Tax Expenditures dovrebbero aiutare a finanziare.
    In linea generale, le raccomandazioni presentate dalla Commissione dovrebbero essere fatte proprie dal governo durante l’iter di approvazione parlamentare del bilancio programmatico, ma l’agenda non appare semplicissima da seguire per Giorgia Meloni e i suoi, che dovranno  pertanto fare una gran lavoro di “limatura” tra le proprie proposte e quanto indicato dall’Ue.
    Pietro Broccanello

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