Direttamente dai monasteri e dalle abbazie d’Italia e d’Europa, Lo Speziale offre prodotti ricercati, esclusivi ed introvabili altrove, che potranno appagare ogni esigenza. Nella piccola bottega di via Antiche Mura, nel pieno centro di Brescia, possiamo riscoprire antiche tradizioni medievali e ricette d’altri tempi grazie all’intuito di Luca Bonafini.
Luca, come nasce Lo Speziale?
La mia esperienza come monaco benedettino per alcuni anni mi ha portato a far conoscere ad amici e parenti alcuni prodotti monastici che tenevo a casa. Entusiasti, mi hanno chiesto dove potessero acquistarne altri, così da suggerirmi di aprire un piccolo negozio per la rivendita. Da lì, nacque l’idea di de Lo Speziale, la mia bottega che prende il nome dal monaco incaricato di “porre rimedi” all’interno dell’abbazia, che ha visto la luce nel maggio 2016. Oggi Lo Speziale, vanta un’offerta di oltre mille prodotti, tutte produzioni monastiche provenienti da oltre 60 abbazie e monasteri di vari ordini – benedettini, carmelitani, francescani, certosini, ecc. – sia italiani che europei. I prodotti che proponiamo sono i più vari: dagli alimentari, come la classica birra monastica, i biscotti, la marmellata, liquori, grappe, sughi, pasta, cereali, miele, fino a prodotti del benessere e dell’erboristica, che vanno da tisaneaunguenti per dolori, shampoo, profumi, fino a cosmetici di ultima generazione con acido ialuronico. Sono prevalentemente ricette tradizionali, spesso medievali, poi ovviamente la sensibilità evolve, quindi vengono proposti anche prodotti biologici e slow food. Resta comunque il fatto che più il rito è antico e più è efficace dal punto di vista antropologico; hanno un sapore e una potenza diversi rispetto ai moderni.
Insomma, un commercio esclusivo e unico nel suo genere.
Sono cose difficilmente trovabili in città e altrove. Ma detto questo, ogni realtà, ormai, non sopravviverebbe da sola, avulsa da un sistema più virtuale. Oggi se un commerciante non si presenta sui social è totalmente tagliato fuori. Proprio per questo anche noi abbiamo spinto molto sulle nostre piattaforme virtuali, anche se, ci tengo a dirlo, il rapporto personale è tutta un’altra cosa.
Ci sono state difficoltà nell’attecchire in una realtà come quella del centro di Brescia?
Le difficoltà nell’attecchire a Brescia ci sono sempre state benché sia una piazza commerciale piccola. Nel mio caso, grazie all’esclusività e alla qualità del prodotto, sono riuscito a farmi conoscere sin da subito, soprattuto a seguito delle mie comparse in tv, su Rai 2, nel programma “Detto Fatto”. Ma detto questo, le difficoltà non sono mancate, soprattutto perché il commercio risente parecchio delle mode del momento e delle strane dinamiche del web cui facevo riferimento prima, che evidenziano alcuni negozi e non altri. Le difficoltà di Brescia sono poi anche legate alla mentalità del commercio locale. Oggi serve una visione più moderna, al passo coi tempi. Mentre anni fa si poteva vendere anche a prezzi sfacciati, oggi tramite il web sappiamo quali sono i prezzi di mercato di ogni prodotto. Di questo dobbiamo prenderne atto e attuare, di conseguenza, le giuste politiche. Favorire l’offerta di negozi, ad esempio, non dev’essere considerato come un problema dato dalla maggior concorrenza; più c’è offerta più la gente verrà in centro, quindi ognuno potrà trarne beneficio. La desertificazione che invece sto vedendo da alcuni anni nel centro storico mi lascia preoccupato per il futuro.
Su questo tema, a tuo avviso quale può essere l’apporto che un commerciante potrebbe conferire?
Penso che in una piccola realtà come quella bresciana sia fondamentale la collaborazione anche fra concorrenti. Se una realtà è dialogica riesce a intessere relazioni con altri partner. Prima del covid avevo attive molte collaborazioni con negozi vicini, visite guidate, eventi. Penso che nessuno si salvi da solo soprattutto da noi. Ora, una volta superata la pandemia spero di poter riprendere a tessere queste relazioni.
Hai toccato il tema della pandemia. Oggi com’è la situazione?
Nell’epoca post covid è difficile tornare a relazioni concrete, personali e reali anche all’intero della città. Ci siamo abituati troppo a utilizzare un’app o un intermediario che ti porta tutto a casa. Ma come dicevo, nel nostro mestiere è imprescindibile il rapporto personale. Si vende un servizio, un consiglio, ed interfacciarsi anche solo per comunicare che il prodotto è piaciuto è qualcosa di fantastico. Le difficoltà riguardano inoltre anche l’aspetto economico: nonostante non ci sia fine di lucro così feroce in un prodotto monastico – ove vige la regola della vendita del prodotto ad un prezzo più basso rispetto al mercato – la qualità ha un costo, e questo costo risente fortemente dei rincari ai quali stiamo assistendo.