venerdì, Maggio 3, 2024
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    Ucraina: tentativi di evacuazione ad Azovstal, colloqui di pace in stallo

    Ucraina: tentativi di evacuazione ad Azovstal, colloqui di pace in stallo

    Al 72esimo giorno di guerra in Ucraina continua l’offensiva russa nel sud-est del Paese, ma questa notte le sirene d’allarme hanno risuonato in quasi tutta l’Ucraina. Ieri sono proseguiti i tentativi di evacuazione dei civili bloccati nell’acciaieria di Azovstal a Mariupol, ma i russi hanno violato il cessate il fuoco sparando su auto con civili a bordo. Kiev esulta per l’avvenuto affondamento di una fregata russa vicino all’Isola dei Serpenti, mentre Mosca ha cancellato le celebrazioni previste per il 9 maggio a Mariupol. Zelensky apre alla pace con i russi ma senza cedere sulla restituzione della Crimea, secondo il Cremlino i negoziati di pace sono in una situazione di stallo.

    In quella che ormai è diventata una guerra di sfinimento, e che ha già dato modo di pensare alle possibilità di un allargamento del conflitto, l’offensiva russa non si ferma e continua imperterrita soprattutto nella regione a sud-est dell’Ucraina.

    Nella giornata di ieri le truppe ucraine hanno però avuto motivo di esultare per un nuovo forte colpo inferto ai danni della flotta navale russa, dopo l’affondamento del Moskva. Un missile ucraino ha infatti colpito con successo una fregata russa, l’Admiral Makarov, nei pressi dell’Isola dei Serpenti nel Mar Nero.

    Un altro importante colpo per le forze armate ucraine, che confermano la bontà dei propri mezzi e delle proprie strategie già dimostrati durante questa guerra. La notizia è arrivata dal deputato popolare ucraino Honcharenko, tuttavia Mosca non ha confermato l’accaduto. Il ministro degli esteri russo Lavrov ha anche aggiunto – con affermazioni contrarie a quelle di qualche tempo fa e un’ambiguità a cui ormai siamo abituati – che la Russia non ha intenzione di impiegare armi nucleari nella sua operazione in Ucraina. Ma come ormai sappiamo, ogni affermazione va ampiamente presa con le pinze, specialmente se proviene dal Cremlino.

    Un altro motivo di parziale “esultanza” è stato l’annuncio dei russi che cancella le celebrazioni previste per il 9 maggio a Mariupol. La parata annuale russa per celebrare la liberazione dal nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale è stata infatti annullata, dal momento che la situazione nella città ucraina è stata definita ancora troppo precaria.

    Quel che invece desta molto meno entusiasmo, per così dire, è la situazione che tuttora si protrae nell’acciaieria di Azovstal, sempre a Mariupol, dove da settimane centinaia di civili e duemila soldati ucraini sono barricati nel tentativo di difendersi dagli attacchi russi.

    Ieri Kiev ha cercato nuovamente e con molta fatica di organizzare l’evacuazione di parte dei civili, che è parzialmente in corso ma con serie difficoltà a causa della violazione da parte dei russi del cessate il fuoco che era stato concordato. A quanto ha comunicato la brigata Azov infatti le armate russe stanno continuando senza sosta a bombardare la zona industriale, e ieri avrebbero anche sparato su un’auto piena di civili, uccidendone uno.

    L’obiettivo di Mosca di conquistare Mariupol, non ancora completamente sotto il controllo russo, sembra, tra tutti, quello più imprescindibile e i soldati russi non danno cenno di voler cedere di un passo a riguardo.

    Ma le sirene d’allarme ieri sono risuonate in quasi tutte le zone invase dell’Ucraina e non solo nella regione dove il conflitto è più intenso.

    La condanna contro Putin e la Russia da parte dell’Occidente si fa sempre più forte e ieri parole di fuoco sono giunte anche dall’ambasciatrice americana all’Onu Linda Thomas-Greenfield, che ha accusato la Russia di aver più volte mentito al Consiglio di sicurezza dell’Onu, oltre ad aver violato la Carta delle Nazioni Unite e ad aver esplicitamente ignorato l’appello globale alla fine della guerra.

    La presidente della Commisione europea Ursula von der Leyen si è dimostrata fiduciosa sul fatto di raggiungere l’accordo sul petrolio russo.

    Ma se da un lato il presidente ucraino Zelensky si è dichiarato nuovamente aperto ai negoziati di pace con la Russia, senza tuttavia voler cedere sulla restituzione della Crimea, il Cremlino ha definito i colloqui di pace tuttora in uno stato di stallo e senza elementi concreti per raggiungere un accordo.

    Pietro Broccanello

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