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    Home Prima pagina Ritorno alla semi-normalità? No mascherine all’aperto e riapertura delle discoteche

    Ritorno alla semi-normalità? No mascherine all’aperto e riapertura delle discoteche

    Ritorno alla semi-normalità? No mascherine all’aperto e riapertura delle discoteche
    Con la nuova ordinanza a partire dall’11 febbraio riaprono le discoteche (con green pass rafforzato) e sarà eliminato in tutta Italia l’obbligo di mascherina all’aperto, salvo le situazioni di assembramento.
    Con l’ultima ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza, si registra una netta accelerazione verso il superamento delle restrizioni anti-Covid nella direzione di un progressivo (e si spera definitivo) ritorno alla normalità.
    Nonostante i dati nient’affatto confortanti degli ultimi tempi riguardo ai contagi e alle diverse regioni che sono passate in zona gialla-arancione-rossa, il ritmo delle vaccinazioni – in particolare delle dosi booster – fa ben sperare verso un allentamento sempre maggiore delle restrizioni, che riguarda tutte le regioni (non solo quelle in zona bianca).
    Dopo l’eliminazione della Dad per tutti i ragazzi vaccinati, il dimezzamento della quarantena da 10 a 5 giorni per i non vaccinati e alla durata illimitata (per il momento) del green pass per coloro che hanno fatto la terza dose, con la nuova ordinanza si aggiungono ulteriori elementi di libertà e (letteralmente) di respiro.
    A partire dall’11 febbraio, infatti, cadrà l’obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie all’aperto in tutta Italia, a prescindere dal colore delle regioni. Saranno inoltre riaperte le discoteche, accessibili a patto di essere muniti di green pass rafforzato, che come al solito comprende i vaccinati con terza dose e i guariti da Covid.
    Nei locali da ballo all’aperto si potrà persino stare senza mascherina, mentre la capienza massima è fissata al 75% per i locali all’aperto e al 50% al chiuso. Buone prospettive anche per il prossimo aumento della capienza anche per quanto riguarda gli stadi.
    Fino al 31 marzo, sottolinea il ministro Speranza, rimarrà tuttavia l’obbligo di mascherina nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private, e in quelli all’aperto laddove si creino situazioni di assembramento o affollamento.
    Sebbene manchino ancora circa 12-13 milioni di dosi booster da effettuare, secondo le previsioni del Ministero della Salute procedendo con questo ritmo è legittimo pensare che tra 30-40 giorni, ovvero verso metà marzo, saranno raggiunti quasi 50 milioni di italiani con la dose booster. Traguardo che permetterebbe sicuramente l’avvio di una nuova fase in cui le restrizioni introdotte negli ultimi mesi verrebbero gradualmente tolte, andando sempre di più verso la normalità.
    Sempre in data 31 marzo, difatti, scade la proroga dello stato d’emergenza in Italia, e allo stato attuale, se contagi e ricoveri dovessero continuare a calare, il Governo è abbastanza orientato verso la decisione di non prolungarlo ulteriormente. Se questo fosse il caso, da quella data non sarebbe più possibile ricorrere allo smart working con modalità semplificate (cioè senza accordo tra dipendente e azienda e senza l’invio della notifica telematica al Ministero del Lavoro) e inoltre dovrebbe cessare il lavoro della struttura straordinaria guidata dal commissario Figliuolo.
    In ogni caso, se anche dovesse cessare lo stato di emergenza, permarrà comunque l’obbligo di green pass rafforzato sia per la vita sociale sia – per le categorie per le quali sussiste – sul lavoro. È verosimile infatti che l’obbligo di esibire il certificato verde verrà prolungato almeno fino all’estate (nel migliore dei casi).
    Segnali positivi dunque, che fanno ben sperare in un sempre maggiore ritorno alle condizioni di normalità, ma che come sempre non dispensano dall’adozione di estrema cautela e ragionevolezza nelle varie situazioni in cui capita di trovarsi.
    Pietro Broccanello

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