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    Quirinale: valanga di schede bianche alla 1° votazione

    Quirinale: valanga di schede bianche alla 1° votazione
    Nella prima giornata di votazioni per eleggere il tredicesimo Presidente della Repubblica, la maggior parte dei partiti ha optato per la scheda bianca mentre si sono intensificati i colloqui tra i leader politici per trovare una convergenza su un nome.
    Nulla di fatto per il Colle. Il primo giorno di votazioni per il Quirinale ha dato esito nullo, com’era diffusamente previsto. Dopo la rinuncia alla candidatura da parte di Silvio Berlusconi nel weekend, ieri si sono rincorse le interviste agli esponenti politici di tutto l’arco parlamentare per capire se i partiti avessero una chiara direzione di voto, ma quella del Colle è una partita delicata e nel corso della giornata è emersa la volontà di votare scheda bianca al primo scrutinio da parte di Pd, Leu, Cinque Stelle, Forza Italia, Lega, Noi con l’Italia, Coraggio Italia e Italia Viva.
    Si è unito alla valanga di schede immacolate anche Fratelli d’Italia, dopo che nel corso della giornata Giorgia Meloni aveva fatto sapere che Carlo Nordio potrebbe essere una figura sui realizzare una convergenza coinvolgendo anche forze estranee al centrodestra. Solo Azione e Più Europa hanno indicato un nome per il voto fin da subito, cioè l’attuale ministro per la Giustizia, Marta Cartabia. Intercettata nel Transatlantico di Montecitorio, la senatrice a vita Liliana Segre ha deciso di andare in controtendenza rispetto a gran parte dei suoi colleghi facendo sapere di non apprezzare le schede bianche, motivo per cui ha espresso un nome fin dal primo scrutinio, deciso “all’ultimo momento, per illuminazione”.
    Vista la situazione di stallo, ieri sono stati annunciati una serie di incontri trasversali. Il leader della Lega, Matteo Salvini, si è dato da fare incontrando Letta, Conte e Draghi oltre a Meloni. Nel pomeriggio è uscita anche l’indiscrezione riportata dalla stampa che il presidente del Consiglio avrebbe incontrato tutti i leader dei partiti. Quello di Draghi rimane uno dei nomi più caldi: secondo il sentore ed ex leader del Carroccio, Umberto Bossi, quello dell’ex n.1 della BCE è il nominativo che potrebbe uscire alla fine. Per Matteo Renzi, invece, l’ipotesi di mandare Draghi al Colle sta in piedi “solo in un quadro di accordo politico”, cioè in virtù di un’intesa a priori su un futuro governo senza l’attuale premier.
    Quando arriverà il momento decisivo? Secondo diversi esponenti politici e commentatori, la partita si sbloccherà realmente solo giovedì, quando si passerà dalla maggioranza qualificata di due terzi dell’assemblea (673 voti su 1.009) alla maggioranza assoluta, cioè quando basteranno 505 elettori, anche se Enrico Letta ha detto di essere ottimista e di credere che si troverà una soluzione “nell’arco di 48, massimo 72 ore”. Rimangono in campo anche il nome di Elisabetta Casellati, Marcello Pera, Letizia Moratti, Marta Cartabia sul fronte del centrodestra, a cui si aggiungono quelli di Casini, Frattini, Amato oltre a quello di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di S. Egidio ed ex ministro per la Cooperazione nel governo Monti. Ancora in gioco un Mattarella-bis. La seconda votazione per il Quirinale comincia oggi alle ore 15, la terza domani alle 11, mentre oggi la Camera è convocata per proclamare la deputata forzista Maria Rosa Sessa che prende il posto dello scomparso Enzo Fasano.

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