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    Lombardia, piano vaccini anti-Covid: le prossime tappe

    La campagna vaccinale prosegue con una massiccia adesione dei primi destinatari che tocca il 94%. Se le consegne delle dosi seguiranno il cronoprogramma stabilito, la fase 1 si concluderà il 5 marzo, poi si passerà alla 1-bis.

     

    Dei 340mila operatori sanitari e sociosanitari, personale non sanitario e ospiti delle Rsa, destinatari del vaccino anti-Covid in questa prima fase della campagna, ben 320mila hanno fornito la propria adesione raggiungendo la soglia del 94%.

     

    Un dato molto positivo, fornito dallo stesso assessore al Welfare Letizia Moratti, che inquadra la conclusione di questa prima fase di somministrazioni al prossimo 5 marzo, salvo ulteriori intoppi causati dal ritardo nella consegna dei vaccini. Intanto in Lombardia, a ieri, si registrano 255.553 dosi somministrate, pari al 67,3% sulle 379.530 consegnate nei 65 hub della regione. In linea con il programma anche le somministrazioni della seconda dose del vaccino.

    Il piano di consegne dei vaccini, definito nei giorni scorsi per il prossimo mese, prevede l’impegno da parte di Pfizer di consegnare alla Lombardia 294.840 dosi effettive, di cui 85.410 nella settimana dell’8 febbraio, 104.130 in quella successiva e 105.300 a partire dal 22 febbraio, mentre Moderna ne fornirà 27.500 nella prima settimana e 82.100 nella terza. “Si tratta di un piano di consegne piuttosto corposo – spiega Letizia Moratti – che va nella direzione di proseguire in maniera incisiva nella campagna di vaccinazione sul territorio, fondamentale per diminuire il rischio di contagi e arrivare a situazioni sanitarie gestibili senza emergenze da parte degli operatori e con fiducia da parte dei cittadini”.

    Se il piano di consegne di Pfizer e Moderna dovesse seguire il cronoprogramma stabilito, a questo punto la prima fase della campagna vaccinale dovrebbe chiudersi, come detto, il prossimo 5 marzo per poi aprire la cosiddetta fase 1-bis che andrà ad interessare le residenze sanitarie psichiatriche e per persone con disabilità, l’assistenza domiciliare con i suoi operatori, i centri diurni, i farmacisti e le professioni odontoiatriche, la sanità militare e il personale da mettere in campo per le fasi successive, come polizia di Stato e ambulatori accreditati. Secondo quanto riferito dall’assessore al Welfare, la fase 1 bis dovrebbe risolversi nell’arco del mese di marzo, dopodiché, verrebbe avviata la fase 2 della campagna vaccinale.

    Quest’ultima mirerà a raggiungere gli ultraottantenni, che in Lombardia sono 700mila persone, i 2 milioni di lombardi di età compresa tra i 60 e i 79 anni, insieme a coloro che rientrano nelle categorie “fragili” e ai malati cronici, indipendentemente dall’età. A questo punto sarà fondamentale avere a disposizione il personale necessario – e le strutture – per estendere la campagna vaccinale ad una così ampia platea di destinatari.

    Da Palazzo Lombardia arriva la proposta di mettere in campo gli specializzandi del primo e secondo anno di medicina, da aggiungere ai 2500 operatori dedicati alle somministrazioni dei vaccini, che dovrebbero essere inviati dalla Struttura commissariale nei prossimi mesi. Intanto Regione Lombardia sta pianificando tavoli con le Amministrazioni locali del territorio finalizzati ad individuare le strutture da utilizzare per le somministrazioni extra ospedaliere.

    Micol Mulè

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