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    Cassa integrazione, ancora ritardi nell’erogazione

    Se le aziende non avessero anticipato 8 milioni per la Cig, migliaia di lavoratori in più sul lastrico

     

    È iniziata l’erogazione dei fondi per la nuova Cassa integrazione prevista dal Decreto Ristori.

    Le aziende che hanno visto sospendersi o ridursi l’attività, a causa delle restrizioni previste nella propria zona possono richiedere un nuovo periodo di Cig ordinaria o cassa in deroga o il fondo di solidarietà, fino al 31 gennaio 2021.

     

    Come in primavera, si prevedono anche in questa fase dei ritardi nell’erogazione. Stabilisce infatti l’ultimo dpcm, che oltre alle imprese con attività sospesa dal 24 ottobre, possono richiedere ulteriori sei settimane di ammortizzatori solo quelle aziende che hanno già ottenuto l’autorizzazione a fruire delle ultime nove previste dal Decreto Agosto.

     

    Stando alle stime del presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps, sono ancora 81.000 le domande, relativamente alla Cig per i mesi scorsi, in attesa di riscontro. In media risalgono a due mesi fa, alcune di esse persino a marzo-aprile. Si parla di una platea potenziale di circa 526.000 lavoratori, rimasti in attesa da mesi.

     

    Fortunatamente alcune aziende hanno avuto la possibilità di anticipare di tasca propria la Cig ai dipendenti, per poi recuperare gli importi a conguaglio, in un tempo indeterminato ed assolutamente incerto. Questi anticipi ammontano a circa 8 milioni di euro. In molti casi i datori di lavoro hanno integrato le buste paga, pur in assenza dell’autorizzazione formale dell’Inps.

     

    Ma “se le aziende hanno potuto anticipare i trattamenti salvaguardano i lavoratori – fa notare Maria Magri, dell’area lavoro, welfare e capitale umano di Confindustria – con le nuove chiusure e le contrazioni agli incassi la liquidità scarseggerà e allora saranno penalizzati anche i lavoratori”.

     

    Il vincolo previsto dal decreto ristori di avere preventivamente già ottenuto l’accesso agli ammortizzatori già per le nove settimane del Decreto Agosto, renderà inesigibile tutte le altre richieste, anche delle aziende che sono in attesa. Inoltre, si rischia di discriminare le imprese che non hanno mai fatto ricorso alle 18 settimane di cassa integrazione del Dl Agosto, rispetto a quelle che le hanno utilizzate.

     

    Peraltro, ai fini dell’erogazione degli aiuti, sono state adottate le regole ordinarie. Ciò contribuisce  a rallentare le procedure, come sottolineano i consulenti delle aziende, evidenziando un sistema eccessivamente complesso, non adatto a questo momento drammatico di emergenza.

     

    Andrea Curcio

     

     

     

     

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