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    Scoprire di aver buttato anni di sacrifici per colpa di un virus

    Non solo bar e ristoranti, ma sport, cultura e tante altre realtà rischiano di scomparire, dopo anni di sacrifici

     

    Le nuove restrizioni finalizzate ad appiattire la curva dei contagi, intaccano non solo bar e ristoranti ma anche il mondo della cultura e molte altre realtà di cui poco si parla, come le accademie di danza.

    Una testimonianza oculare a riguardo la offre Martina Grassi, titolare della Martydance Academy, una scuola di danza di Buccinasco.

     

    La sua tenacia ha portato a grandi risultati nel corso degli anni, boom di iscrizioni e teatri pieni. Purtroppo, dopo l’entrata in vigore dell’ultimo dpcm, Martina ha dovuto chiudere, come tanti altri, la scuola. Le sue dichiarazioni ci fanno comprendere facilmente il suo stato d’animo: “Siamo allo sbando, senza certezze, prospettive, ipotesi per il futuro. A rimetterci ci sono i professionisti, i direttori, i responsabili delle scuole, ma soprattutto gli allievi”.

     

    Ebbene, dopo anni di sacrifici, passione ed esercizio, le accademie di danza devono chiudere e chi aveva dedicato tantissimo tempo al ballo per migliorarsi, può solo rassegnarsi e sperare di riprendere prima possibile.

    La maestra di danza Martina è amareggiata della scelta che è stata presa e spiega le sue ragioni: “La danza viene spesso sottovalutata. Il nostro mondo è troppo importante per il benessere psicofisico e non solo un passatempo. Non è un “allenare un po’ i muscoli” come ha minimizzato il premier Conte”.

     

    A rendere ancora più amara la chiusura, è la presa di coscienza che l’impegno di mettere in sicurezza tutte le attività, anche con seri investimenti, non è servito a niente. “Ci siamo adeguati a tutti i protocolli di sicurezza, gel, distanziamento, mascherine sempre su, speso tanti soldi, abbiamo educato e disciplinato i bambini e pur di continuare con la loro passione hanno subito messo in pratica tutte le regole” lamenta ancora la Grassi.

     

    La maestra di danza conclude con grande sconforto, dicendo che per arte, sport e cultura non vede alcun futuro e che per questo “non ci sarà nessun vaccino che risolverà il problema”.

     

    Andrea Curcio

     

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