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    Milano: niente restyling per la scuola Pavoni, il Comune cambia idea e la ricostruisce

    Milano: niente restyling per la scuola Pavoni, il Comune cambia idea e la ricostruisce
    16,8 milioni di euro per l’opera che da cronoprogramma verrà completata entro il 2023. L’assessore Giovanati: “Limonta segue la posizione del centrodestra del Municipio 9 sconfessando i suoi del PD”.

    La secondaria di primo grado Pavoni verrà abbattuta e ricostruita ex novo. Il Comune di Milano ha abbandonato il progetto di riqualificazione convertendolo in un rifacimento totale della struttura, ferma dal 2015 quando venne rilevata la presenza di amianto nel corso di alcuni lavori sulle facciate della scuola. Ad annunciarlo, l’assessore all’Edilizia scolastica Paolo Limonta durante il suo intervento presso il laboratorio sociale nel giardino condiviso Isola Pepe Verde, davanti ad una platea di genitori interessati allo stato dell’arte dei lavori che riguarderanno le scuole del Municipio 9.

    Sono cinque anni che il quartiere, le famiglie e gli studenti attendono risposte concrete che possano mettere fine allo stallo dei lavori della Pavoni che, già da tempo, avrebbero dovuto interessare la struttura. Non si tratta solo di un problema logistico per la popolazione scolastica che ha dovuto trasferirsi all’interno del plesso di via Crespi 1, dove ha sede la primaria, ma anche di una questione di sicurezza. L’edificio nel corso degli anni, infatti è stato teatro di occupazioni abusive da parte di soggetti senza fissa dimora che hanno creato numerosi disagi agli abitanti del quartiere, risolti poi grazie all’intervento del Municipio 9 che ha richiesto e ottenuto lo sgombero degli occupanti e l’installazione di paratie per bloccare nuovi ingressi.

    Secondo il cronoprogramma, reso noto dall’assessore Limonta, la nuova Pavoni dovrebbe essere completata entro il 2023, dopo una prima fase relativa alla demolizione e alla bonifica – che dovrebbe essere avviata già ai primi di dicembre 2020 con termine previsto per l’estate 2022 – cui faranno seguito i lavori di costruzione del nuovo edificio. Un’opera del valore complessivo di 16,8 milioni di euro, che una volta realizzata potrà contare di 18 aule per la didattica, un’aula professori, 5 laboratori, una biblioteca, uno spazio polifunzionale di 150mq, una palestra dotata di spogliatoi, un ampio spazio mensa, due uffici amministrativi ed una segreteria didattica.

    Il cambio di programma del Comune, che è passato dall’idea iniziale di riqualificazione della struttura ad un progetto di abbattimento e demolizione, non è passato inosservato all’assessore con delega all’Educazione, Istruzione, Politiche Sociali, Salute e Casa del Municipio 9, Deborah Giovanati: “Sorprende che la battaglia voluta dal centrodestra nel Municipio 9 per la demolizione e la ricostruzione della scuola venga oggi intrapresa dal Comune, quando la posizione del PD nel corso degli anni era totalmente opposta, proponendo solo una riqualificazione dello stabile – ha commentato – Cosa ha fatto cambiare idea a Limonta?”.

    Lo sguardo si sposta sui plessi scolastici del quartiere e Giovanati aggiunge: “Vedere una scuola chiusa e abbandonata sicuramente non è bello. Ma siamo sicuri che per le scuole del Municipio 9 sia la priorità? Noi abbiamo indicato anzitutto interventi sulle scuole che ora sono utilizzate, come quella di via Scialoja che versa in uno stato fatiscente, Passerini per l’abbattimento delle barriere architettoniche o Maffucci per la mancanza di spazi adeguati, o ancora la Cesare Cantù”.

    Effettuare una vera ricognizione dei luoghi rispetto alle esigenze del fabbisogno scolastico del territorio è l’idea sostenuta da Giovanati: “Non basta dire costruisco una scuola nuova – osserva – ma bisogna capire qual è il reale fabbisogno dell’intero quartiere e come sfruttare al meglio tutti i luoghi, evitando di lasciare spazi sottoutilizzati”.

    Le fa eco il presidente del Municipio, Giuseppe Lardieri (FI): “Non appena insediati abbiamo proposto l’abbattimento e la ricostruzione, in modo da accorciare i tempi e risparmiare rispetto ai costi di riqualificazione su una struttura vecchia, che avrebbe poi richiesto sempre interventi di manutenzione, e siamo sempre stati attaccati per questo – spiega – abbiamo perso 4 anni per ritornare a quello che noi sostenevamo fin dall’inizio, adesso ci vorranno 3-4 anni per ricostruirla, quindi in totale 8 anni per realizzare una scuola, quando si sarebbe potuta fare prima”.

    C’è poi la questione economica: “I 16,8 milioni di euro necessari alla realizzazione dell’opera dove sono? – si domanda – Inizialmente avevano stanziato 8 milioni di euro per la riqualificazione, poi avevano partecipato ad un bando del Miur, ma ancora non siamo stati informati se il bando è andato a buon fine”. La domanda, in attesa della risposta da parte del Comune, rimane aperta.

    Micol Mulè

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