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    Non ci faremo processare da un Saviano qualsiasi

    Esistono dei limiti, nella coscienza umana, oltre i quali il tacere è segno non di umiltà, ma di viltà. Vale anche per le sparate di Saviano.

    E prima che ad urlare la propria indignazione siano le pietre, è venuto il momento di replicare alla valanga di fango che il mestatore seriale di Saviano ha deciso di riversare sulla Lombardia. Il vate del nulla, il cantore della malavita, l’uomo che fa la morale con i soldi della serie Gomorra ha decretato: la sanità in Lombardia va commissariata. E la colpa, ovviamente, è tutta di Comunione e Liberazione.

    Chi scrive non fa e non ha mai fatto parte di CL. Quindi non mi sono si possono imputare conflitti di interesse. Ed ho, pertanto, la libertà di affermare che frasi come:

    “A proposito della percentuale di medici obiettori nelle strutture ospedaliere pubbliche lombarde, invito tutti i medici la cui carriera è stata ostacolata negli ospedali lombardi a causa delle proprie posizioni in contrasto con la linea di Cl a farmi pervenire (tramite questo giornale) le loro testimonianze che saranno oggetto di un approfondito lavoro sul tema.” (Repubblica, versione online, Sabato 18 Aprile)

    si collocano ben fuori dal perimetro del giornalismo. Siamo alla piena campagna di delazione. Se sia diffamazione lo decideranno altri. Di sicuro assumere che sia mai esistita una linea del Movimento sulla promozione, rimozione o ostacolo alla carriera di qualcuno è manicomiale. È il peggior complottismo al servizio del più sfrenato egocentrismo. Saviano ha smesso di fare giornalismo d’inchiesta, è entrato nel tunnel del cyber bullismo da quindicenne frustrato. Nel disperato tentativo di attaccare qualcosa o qualcuno sta cercando complici. Io spero e prego che nessuno vorrà prestarsi a questa operazione di bassa macelleria.

    Anche perché, signori, sono passati otto anni dall’ultimo mandato del Celeste. Chiunque faccia politica sa che quel mondo, mai esistito nei termini e nei modi usati dal “giornalista”, ormai non è che l’ombra di ciò che era. La sinistra proprio non ce la fa a non infierire su chi è a terra. È un vizio inveterato, dalle guerre ai morti alle polemiche con chi non è più nelle stanze del potere. A meno che non si voglia dire che gli ultimi due assessori alla sanità siano espressione di CL. Cosa così falsa che persino Saviano potrebbe avere problemi a sostenerla.

    In verità il suo obiettivo è questo, ed è chiaro:

    La replica di Comunione e Liberazione al mio articolo pubblicato su Le Monde e su la Repubblica sconta un grave deficit di comprensione del testo, come del resto è accaduto anche ad altri sedicenti “cristiani”, politicamente affini a Cl.

    Il suo è odium Fidei. Obiettivo è ogni cristiano impegnato in politica che rifiuti il vangelo di Saviano preferendogli l’unico Vangelo, quello di Cristo. Maligna sulla ritrovata loquacità del Movimento, Saviano. Ma è ora che la voce la ritrovi ogni credente. Troppo è stato perdonato e su troppo si è sorvolato. È di nuovo il tempo di vestire la corazza della Fede ed affrontare la battaglia, puramente retorica, che ci attende.

    Saviano infatti ha un obiettivo molto concreto:

    Quando la sanità lombarda dovrà essere rifondata non dimentichiamo chi ha tirato per la giacchetta persino Dio per evitare di prendere le distanze da un corrotto.

    L’obiettivo è cancellare l’eccellenza, umiliare i migliori e parificarci a Toscana ed Emilia. L’odio di chi sull’odio, la violenza ed il sangue ha costruito un impero economico non si acquieterà finché non avrà divorato tutto ciò che di buono c’è nella nostra Regione. Verrà il momento di valutare gli errori, ma a farlo saranno i Lombardi. Non i Veneti, non gli Emiliani, non i Siciliani, non un Campano che guarda con disprezzo il mondo dal suo attico Americano. Non ci faremo processare da un Saviano qualsiasi, né oggi né mai.

    Luca Rampazzo

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