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    Don Giuseppe e il respiratore: le fake news ai tempi del Coronavirus

    Smentita la rinuncia al respiratore in favore di un paziente più giovane.

    La notizia rimbalzata su diverse testate e riportata dal periodico locale Araberara, non ha trovato un riscontro e di questo ce ne scusiamo con i lettori. Don Giuseppe Berardelli è morto, questo è vero, ma non ha trovato conferma il fatto che abbia lasciato il respiratore ad un paziente più giovane, sacrificando così la sua vita per salvarne un’altra.

    Resta in ogni caso l’uomo. Resta comunque il fatto che la Diocesi di Bergamo perde 20 sacerdoti, pastori di comunità tra i piccoli centri dislocati nelle valli bergamasche. Come don Giuseppe. Il fatto che non corrisponda a realtà il gesto compiuto dal sacerdote non ne sminuisce la caratura, un uomo dedito al prossimo, così come testimonia, dalle pagine del periodico locale Araberara, chi l’ha conosciuto personalmente. Don Giuseppe era il tipico bergamasco, genuino, semplice e schietto, disponibile sia nei confronti dei fedeli che di chi poco aveva da spartire con la religione. “Sempre cordiale e disponibile verso l’amministrazione pubblica, le associazioni e non solo quelle della parrocchia – ricorda l’ex Sindaco di Casnigo, Giuseppe Imberti – partecipava a tutte le manifestazioni senza essere mai invadente”.

    Classe ’47, ordinato sacerdote nel 1973, da sempre si è occupato del servizio pastorale tra le valli bergamasche spostandosi a bordo della sua fedelissima Guzzi. Parroco dal 1984 prima a Gaverina, poi a Fiorano al Serio ed infine a Casnigo, dove avrebbe dovuto concludere la sua missione. “Si muoveva con il suo “galletto” e quel casco vecchio che sembrava quello di sturmtruppen”, ricorda ancora l’ex Sindaco.

    Don Giuseppe era anche uomo pragmatico, attento alle necessità della parrocchia e della comunità in cui era inserito: “Aveva una capacità incredibile di risolvere i problemi economici, di bussare alle porte giuste per avere aiuti – spiega Imberti – ha valorizzato i santuari e realizzato il recupero della sagrestia, opera di Ignazio Hillipront e il nuovo oratorio”. Grazie alla sua tenacia il Comune di Fiorano al Serio, dove è stato parroco fino al 2006, ha potuto realizzare il Centro di Auto Aiuto dedicato alle famiglie e ai ragazzi sbandati: “Senza di lui sarebbe stato impossibile – commenta l’ex Sindaco Clara Poli – Con lui l’amministrazione è riuscita a mettere in piedi il grande Cre che adesso è diventato un punto di riferimento per tutti i giovani. Una grande persona”.

    Con la morte di don Giuseppe, la Diocesi di Bergamo perde il 20° sacerdote dall’inizio dell’epidemia che proprio nelle valli orobiche ha il suo epicentro. Per lui, come per tutti i defunti di questo periodo emergenziale, nessun funerale. Ma la sua comunità ha voluto abbracciarlo simbolicamente con un lungo applauso dalle finestre e dai balconi di Casnigo allo scoccare del mezzogiorno nel giorno della sepoltura. Un grande e corale grazie ad un grande sacerdote.

    Micol Mulè

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