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Coronavirus e mercati finanziari: proteggere i risparmi investiti

Quanto tempo ci vorrà per tornare alla normalità per i mercati? Le previsioni economiche per il 2020 si fondano su questo interrogativo anche se al momento non è chiara la risposta, motivo per cui sono in atto alcune riconsiderazioni in merito agli asset nei portafogli degli investitori. L’incertezza è uno dei pericoli maggiori e infatti oggi i mercati finanziari sono fragili motivo per cui è imperativo chiedersi: come proteggere i propri risparmi investiti?

Una domanda che non ha una risposta semplice dal momento che è fondamentale studiare il contesto e gli effetti immediati provocati dal coronavirus, ma allo stesso tempo pesano variabili poco prevedibili, come il grado di successo del contenimento sanitario. Una delle conseguenze immediate della diffusione del virus corona è il crollo del prezzo del greggio: già una settimana fa, dopo che il G20 ha avvisato di un probabile rallentamento dell’economia globale, il Brent, cioè il greggio di riferimento europeo, è sceso a 56 dollari al barile, perdendo così il 4,2%. L’altro rovescio della medaglia è stato l’impennata del prezzo dell’oro, bene rifugio per eccellenza, che ha raggiunto i 1.560 euro all’oncia, il massimo da sette anni, per poi tornare a scendere leggermente nell’ultima settimana.

In generale gli esperti si augurano che la volatilità delle azioni sia temporanea, confidando nel fatto che le nazioni colpite riescano a contenere efficacemente il coronavirus in tempi brevi. Un’ipotesi che si scontra con un’altra eventualità, cioè che il contagio si allarghi pesantemente ad altre nazioni europee come Spagna, Francia e Germania: nel caso dovessero emergere dei focolai in queste nazioni, allora sarà necessario rivalutare le ipotesi più ottimiste.

Francesco Sandrini, di Amundi, società di asset management controllata da Crédite Agricole, intervistato dal Sole24Ore, ha affermato che il focolaio italiano rende il mercato europeo particolarmente vulnerabile, motivo per cui hanno deciso di ridurre l’esposizione azionaria sui portafogli in Europa, Giappone e altri mercati emergenti. In generale si avverte una forte cautela sul breve periodo dove è probabile che la volatilità rimarrà elevata e una certa fiducia nel medio periodo. Data l’origine cinese della diffusione, si denota un atteggiamento di maggiore cautela nei confronti dei mercati asiatici, preferendo quelli occidentali. L’unica cosa certa è che le previsioni di crescita globale andranno riviste. Se di molto o di poco dipende da come si evolverà la situazione e soprattutto se si attenuerà la reazione psicologica di consumatori e aziende che migliorerà a seconda dei progressi sanitari che si riusciranno a realizzare.

Simone Fausti

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