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    Lavoro, autonomi: il colpo dopo un anno di covid

    Lavoro, autonomi: il colpo dopo un anno di covid
    I dati Istat relativi al primo trimestre del 2021 evidenziano gli effetti di un anno di covid sull’occupazione.
    Gli ultimi dati Istat sul mondo del lavoro nel primo trimestre del 2021 illustrano una situazione di difficoltà nella maggior parte dei settori, con i lavoratori autonomi che hanno subito alcuni dei colpi peggiori. In generale, l’Istituto Nazionale di Statistica rileva come l’input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, sia diminuito lievemente rispetto al quarto trimestre 2020 (-0,2%), anche se il Pil è aumentato dello 0,1% in termini congiunturali e diminuito dello 0,8 in termini tendenziali.
    Sul fronte dell’offerta di lavoro, nei primi tre mesi del 2021 il numero di occupati è diminuito di 243mila unità (-1,1%) su base trimestrale, a seguito del calo dei dipendenti a tempo indeterminato (1,1%) e degli indipendenti (-2,0%) non compensato dalla lieve crescita dei dipendenti a termine (+0,6%). Parallelamente aumentano i disoccupati (+103mila) e gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+98mila).
    Nel confronto tendenziale, la diminuzione dell’occupazione risulta consistente: -889mila unità (-3,9% rispetto al primo trimestre 2020). Una dinamica che coinvolge i dipendenti (-576mila, -3,2%) ma soprattutto gli indipendenti: -313mila pari -6%. È questo il dato che più pesa sull’eredità degli sforzi dello scorso governo nel tentare di supportare i lavoratori italiani durante la pandemia. Come osservato dal Sole24Ore, complessivamente il numero di occupati indipendenti è sceso sotto quota 5 milioni nel 1° trimestre del 2021, un fatto mai accaduto da quando l’Istat effettua questa rilevazione. Se è vero che questo calo pronunciato è dovuto anche a un cambio del calcolo delle stime resosi necessario per rispettare le nuove regole europee, tuttavia è innegabile il fatto che gli autonomi siano stati tra le categorie più colpite e allo stesso tempo tra le meno ascoltate da Roma nell’ultimo anno. A ciò si aggiunge il fatto che il lavoro dipendente presenta più tutele sotto diversi aspetti rispetto agli autonomi i quali hanno sofferto particolarmente questa diversità in un periodo storico in cui tutto il mondo del lavoro si è scoperto disarmato di fronte allo scoppio della pandemia.
    Sul lato delle imprese, è interessante osservare come il costo del lavoro, per unità di lavoro, sia aumentato dello 0,9% a livello congiunturale, per effetto di un aumento sia delle retribuzioni (+0,5%) sia degli oneri sociali (2%). Incremento rilevato anche in termini tendenziali: (+0,8%) a seguito dell’aumento dell’1,6% della componente retributiva e nonostante la riduzione dell’1,2% degli oneri. Quest’ultimo calo, scrive l’Istat, “è riconducibile all’adozione delle misure di esonero contributivo varate nella seconda metà dell’anno 2020 che, seppure con minore intensità rispetto al quarto trimestre 2020, continuano ad avere effetto anche nel primo trimestre 2021”.

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