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    La risposta di Conte alla commissione Europea alla presidente Von Der Layen

    Il 2020 anno decisivo: avvio di una nuova fase o conferma di un’unione Europea forzata viziata dagli egoismi dei vari stati

    Il Presidente del Consiglio risponde alla Presidente della Commissione Europea Von Der Layen che nei giorni scorsi aveva scritto al quotidiano Repubblica.

    Il premier si rivolge in seconda persona alla Presidente (“Cara Ursula”), ringraziandola “per il sentimento di vicinanza e condivisione con cui ti sei rivolta alla nostra comunità nazionale”.

    Dopo il ringraziamento, Conte precisa però, che la ricetta per affrontare una crisi di questo genere, non può essere affidata ai soli manuali di economia: la parola chiave dev’essere “solidarietà”.

    Questa solidarietà”, ricorda il premier, “nei primi giorni di questa crisi non si è avvertita e ora non c’è altro tempo da perdere”.

    Conte appoggia quindi la proposta della Commissione di sostenere con il piano Sure da 100 miliardi di euro, i costi che i governi nazionali affronteranno per finanziare il reddito di quanti si trovano temporaneamente senza lavoro in questa fase difficile.

    Iniziativa positiva, poiché consentirebbe di emettere obbligazioni europee per un importo massimo di 100 miliardi di euro, a fronte di garanzie statali intorno ai 25 miliardi di euro”.

    Detto questo, il premier ammonisce che per sostenere il nostro sistema sanitario e per garantire la liquidità a migliaia di imprese, servono maggiori risorse. Inoltre in questo momento “non possiamo perdere la sfida della ricostruzione e nemmeno quella della competizione globale. Gli USA stanno mettendo in atto uno sforzo fiscale senza precedenti”.

    Quando si combatte una guerra, è obbligatorio sostenere tutti gli sforzi necessari per vincere” rimarca il capo del Governo.

    Poi lancia la proposta degli European Recovery Bond, cioè dei titoli di Stato europei che siano utili a finanziare gli sforzi straordinari che l’Europa dovrà mettere in campo per ricostruire il tessuto sociale ed economico. A tal proposito chiarisce che essi non dovranno servire a condividere il debito italiano con altri stati: “questi titoli non sono in alcun modo volti a condividere il debito che ognuno dei nostri Paesi ha ereditato dal passato, e nemmeno a far sì che i cittadini di alcuni Paesi abbiano a pagare anche un solo euro per il debito futuro di altri. Si tratta invece di sfruttare a pieno la vera potenza di fuoco della famiglia europea per dare vita a un grande programma comune e condiviso di sostegno e di rilancio della nostra economia”.

    La realtà è che, dopo l’ultimo consiglio europeo del 26 marzo, alcune anticipazioni dei lavori tecnici non sembrano affatto in coerenza con l’auspicio di Conte. Infatti c’è la volontà di ricorrere agli strumenti tipici di austerity come il MES, non reputati adatti alla situazione odierna, neppure da Mario Draghi.

    La Comunità Europea è dunque un bivio: questa potrebbe essere la sua occasione per l’avvio di un percorso condiviso e solidale, o confermarsi una mera unione burocratica monetaria.

    Conclude Conte: “Il 2020 sarà una data spartiacque nella storia dell’Unione europea. Ciascun attore istituzionale sarà chiamato a rispondere delle proprie posizioni e del proprio operato. Solo se avremo coraggio, solo se guarderemo davvero il futuro con gli occhi della solidarietà e non col filtro degli egoismi, potremo ricordare il 2020 non come l’anno del fallimento del sogno europeo ma della sua rinascita”.

    Andrea Curcio

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