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    Superbonus, le soluzioni al vaglio del Governo

    Superbonus, le soluzioni al vaglio del Governo
    Secondo l’Agenzia delle Entrate la capacità fiscale delle banche di assorbire i crediti incagliati del Superbonus si attesterebbe attorno ai 35 miliardi, ben al di sotto delle tasse che pagano allo Stato, di circa un terzo. La relazione dell’Agenzia è stata illustrata da Palazzo Chigi in una conferenza stampa dedicata a banche, imprese e società partecipate convocate per risolvere la questione spinosa dei bonus edilizi, a seguito del nuovo decreto in merito al blocco della cessione dei crediti che, emanato lo scorso giovedì, ha fatto da subito discutere.
    Ad oggi, infatti, secondo la relazione depositata, le imprese edili avrebbero in pancia circa 19 miliardi, di cui 12 relativi al Superbonus e 7 agli altri bonus, come sismabonus e facciate. Ma sin da subito, l’Abi, l’Associazione delle banche, ha chiuso le porte ad una qualsiasi possibilità di avere spazi fiscali di questa portata per incalmierare il residuo. L’Associazione degli istituti, infatti, ritiene di essere arrivata ad un valore limite, di circa 81 miliardi, che ormai è invalicabile.
    La proposta di superamento dell’impasse era pervenuta dall’Abi stessa, che di concerto con l’Ance aveva chiesto al Governo di utilizzare le tasse pagate dai correntisti tramite F24 a compensazione dei crediti. Dal Governo non vi era stata una chiusura all’ipotesi, nonostante il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti avesse inizialmente preso tempo in attesa che Eurostat e Istat aggiornassero le regole contabili per classificare i crediti creati dai bonus edilizi.
    Quindi, nel caso in cui potranno essere scaricati sul deficit del 2021 e 2022, la strada dell’F24 sarebbe in discesa, anche perché le altre ipotesi sul tavolo (dalla cartolarizzazione al coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti) sembrano avere perso definitivamente quota.

    Il Viceministro dell’Economia Maurizio Leo (FdI) ha però fatto sapere che un ruolo chiave potrebbero averlo Enel ed Eni, ipotesi nella sostanza confermata anche dal titolare del dicastero Giorgetti, il quale, pur senza fare i nomi dei diretti interessati, ha promesso una moral suasion sulle partecipate pubbliche. “Porremo rimedio alla questione dei crediti incagliati, ma da qui in poi la cessione dei crediti non riparte”, ha infatti dichiarato, ribadendo che “il Parlamento è sovrano e può decidere su percentuali e fasce di reddito”.

    Andrea Fortebraccio

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