Per la presidente della Commissione Europea, l’entrata di Kiev nell’Ue “può rappresentare la più forte garanzia di sicurezza”. Ursula von der Leyen è intervenuta ieri alla plenaria del Parlamento Europeo, insistendo sulla necessità di “accelerare il percorso dell’Ucraina verso l’adesione alla nostra Unione”, tema al centro del dialogo avuto con Volodymyr Zelensky a Roma in occasione dei funerali di Papa Francesco.
Von der Leyen ha spiegato che Bruxelles è al lavoro con Kiev “per avviare il primo gruppo di negoziati di adesione e avviare” in un secondo momento “tutti i capitoli nel 2025”. Come gran parte di ciò che riguarda l’Unione Europea, si tratta di un percorso lungo, ma per la presidente della Commissione Ue l’adesione “è la massima garanzia di una pace giusta e duratura”, motivo per cui von der Leyen si augura un processo rapido. In realtà, la garanzia di sicurezza più efficace per Kiev sarebbe entrare a far parte della Nato che, al contrario dell’Ue, è un’alleanza militare. Ma con l’amministrazione Trump che ha sposato gran parte della narrativa del Cremlino sul conflitto in Ucraina, la possibilità che gli ucraini entrino nella famiglia dell’Alleanza Atlantica in un prossimo futuro è parecchio remota.
Nel frattempo, Vladimir Putin ha accolto a Mosca Xi Jinping, “l’ospite d’onore” per le celebrazioni del Giorno della Vittoria, giorno in cui russi festeggiano la sconfitta del nazismo. Per l’occasione, il presidente cinese ha scritto senza alcuna remora che “Cina e Russia sono grandi potenze influenti e forze costruttive per la stabilità” e che i due Paesi “- respingeranno congiuntamente qualsiasi tentativo di minare la loro amicizia e fiducia”. Per sugellare la comunione d’intenti tra Mosca e Pechino, Xi Jinping ha precisato che “il ritorno di Taiwan” quale territorio della Cina continentale “è un processo inarrestabile”.