giovedì, Maggio 2, 2024
More
    Home Economia Economia, a Milano un artigiano su due è straniero

    Economia, a Milano un artigiano su due è straniero

    Il trend è in crescita anche nell’area metropolitana e nella provincia di Monza e Brianza. Sono micro e piccole imprese, con il 60% dei titolari under 50. Unione Artigiani: “Il futuro del settore è multietnico, serve cabina di regia”.

    Sotto la Madonnina proliferano le imprese artigiane a guida straniera. Nel capoluogo lombardo gli artigiani stranieri sono vicini a rappresentare quasi la metà del settore, attestandosi al 46% con 9.396 titolari di ditte provenienti da ogni angolo del mondo. Una cifra che sale a quasi 20mila guardando a tutta l’area metropolitana (29% del totale) e alla Provincia di Monza e Brianza (23%), con un trend in costante crescita. È lo spaccato del nuovo tessuto economico e artigiano milanese emerso nel corso del Milano Luiss Hub sulla base dei dati presentati da Unione Artigiani nell’incontro “Dal mondo alla città: strategie di successo per gli imprenditori artigiani di origine straniera”, evento promosso nell’ambito del Forum sull’economia urbana di prossimità dal Comune di Milano.Micro e piccole imprese che producono reddito, integrazione e opportunità di lavoro anche per la manodopera italiana.

    Secondo i dati del Registro Imprese (fine 2023) elaborati dall’Ufficio Studi di Unione Artigiani, è considerevolmente più bassa l’età media degli artigiani stranieri: il 60% è sotto i 50 anni mentre la maggior parte dei titolari italiani si avvicina invece all’età pensionabile. Un dato sul quale incide anche il fatto che molti giovani italiani tendono a non prendere in considerazione l’artigianato e le professioni tecniche, al contrario degli stranieri che invece, in misura sempre maggiore, frequentano gli istituti tecnici e i centri di formazione professionale che li introducono alla professione.

    Ci sono poi settori nei quali gli artigiani non italiani sono ormai maggioranza. A Milano, per esempio, parrucchieri ed estetisti stranieri sono il 54% del totale, il 51% del tessile, il 66% nel settore artistico, e lo sono quasi nell’edilizia (48%) pulizie (46%), nei trasporti (42%), nell’elettronica (41%). Fuori dai confini cittadini, dove gli spazi per lavorare sono meno costosi, le percentuali salgono: giardinieri, impiantisti, meccanici e metalmeccanici sono in maggioranza rispetto ai colleghi italiani. Non mancano sorprese anche nel settore legno: nel capoluogo un “legnamè” su tre non è italiano, 44% nell’area metropolitana, come il 20% dei mobilieri in Brianza. Inoltre, le donne artigiane straniere sono in maggioranza rispetto ai colleghi non italiani nel settore dei servizi alla persona e nel tessile ma non mancano coraggiose titolari anche negli ambiti tradizionalmente maschili, come l’autoriparazione o l’edilizia.

    Guardando ai continenti di provenienza è l’Africa quello che conta più imprese artigiane, tra Milano e la Brianza, con il 40% pari a 9042, segue l’Europa (con l’Europa dell’Est) col 31%, l’Asia (16%), il Sud America (11%) e Nord e Centro America (2%). L’Oceania chiude con soli 12 artigiani registrati dalla Camera di Commercio. La distribuzione delle sedi delle ditte artigiane non italiane rispecchia quelle italiane: si apre il laboratorio dove costa meno. Per cui sono pressoché introvabili in centro (solo il 3%), e hanno base per il 60% nella parte nord del capoluogo lombardo. Anche dal punto di vista della distribuzione continentale sul territorio, un’impresa artigiana straniera su 2 a Milano – ad eccezione del centro storico – è africana. A Monza e Brianza le percentuali cambiano: sono gli artigiani dell’est Europa ad avvicinarsi al 50%, in particolare sempre romeni ed albanesi nell’edilizia e le pulizie, con la presenza africana sulla media del 30%. Anche fuori Milano la scelta cade preferibilmente nell’area nord della città metropolitana per il 70% e per il 51% nel quadrante ovest della Brianza, oltre al 22% del monzese.

    Il futuro del settore si preannuncia dunque multietnico con margini di ulteriore crescita: “Occorre consolidare questa sempre più rilevante presenza, nella pienezza del rispetto delle regole, dell’artigianato e del commercio straniero nel sistema economico milanese – sottolinea Marco Accornero, Segretario di Unione Artigiani -. Per questa ragione lanciamo la proposta di istituire una cabina di regia pubblico – privata dedicata agli aspiranti e ai già imprenditori migranti che metta insieme le istituzioni e le esperienze di enti, associazioni e terzo settore, in alleanza con la rete consolare della città. Se non si mettono insieme le risorse presenti sul territorio rischiamo di compromettere tante opportunità di lavoro e riscatto sociale, oltre che non garantire i servizi artigiani di qualità richiesti da tutti i cittadini”.

     

     

    Most Popular

    Una rete associativa e territoriale per creare buone prassi verso i fragili e i disabili

    Venerdì 3 Maggio 2024 presso la Caserma dei VVF di via Messina, 35 a Milano si svolgerà il primo ciclo di incontri previsto per...

    Piano Estate: 400 milioni per rafforzare competenze e socialità nei mesi estivi

    Dopo un anno di sospensione, il Ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha annunciato il ripristino del cosiddetto "Piano Estate" per le scuole...

    Guerra, il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina a Mosca: liberare tutti per tutti, in particolare donne, operatori sanitari e sacerdoti

    In occasione della Pasqua ortodossa, che si celebrerà domenica 5 maggio, il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina (Ugcc), monsignor Sviatoslav Shevchuk, ha lanciato un...

    Ucraina, i russi avanzano. Stoltenberg: “Non è ancora troppo tardi perché l’Ucraina vinca”

    L'Ucraina attende con impazienza gli aiuti occidentali, soprattutto quelli americani. "Più veloce sarà l'invio di aiuti militari più potremo stabilizzare" il Paese, ha dichiarato...

    Recent Comments