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    Ue-Usa, Salini (Fi-Ppe): “Nella relazione grave lacuna l’assenza di riferimenti all’Accordo sull’acciaio verde”

    Ue-Usa, Salini (Fi-Ppe): “Nella relazione grave lacuna l’assenza di riferimenti all’Accordo sull’acciaio verde”
    L’europarlamentare è intervenuto nel dibattito in plenaria sulle relazioni Ue-Usa. Preoccupa la scadenza fissata a fine anno della sospensione temporanea delle tariffe imposte dall’amministrazione Trump sotto la sezione 232 del Trade Expansion Act e la conseguente ritorsione tariffaria da parte Ue. L’Accordo scongiurerebbe la guerra dei dazi tra potenze alleate.
    Preoccupa l’assenza di qualunque riferimento all’Accordo globale sull’acciaio e l’alluminio sostenibile (GSA) nel rapporto sul parternariato tra Unione europea e Stati Uniti discusso e poi messo al voto nel corso dell’ultima seduta plenaria al Parlamento europeo di mercoledì a Strasburgo. Lo sottolinea l’europarlamentare di Forza Italia-Ppe Massimiliano Salini, intervenuto durante il dibattito sulle relazioni Ue-Usa nel quale i parlamentari hanno evidenziato la necessità di rafforzare l’unità transatlantica per difendere il multilateralismo e affrontare le sfide globali e le nuove realtà geopolitiche che incidono sui valori comuni.
    “Si tratta di una lacuna tanto grave da apparire inspiegabile sia per la tempistica, sia per l’importanza di un consistente rafforzamento nella relazione strategica tra le due sponde dell’Atlantico”, osserva l’europarlamentare forzista ricordando che a fine anno scadrà la sospensione temporanea delle tariffe imposte dall’amministrazione Trump sotto la sezione 232 del Trade Expansion Act e la conseguente ritorsione tariffaria da parte Ue. In questo contesto l’accordo GSA rivestirebbe un ruolo fondamentale per chiudere la disputa definitivamente, costituendo una priorità dal punto di vista economico-sociale ed ambientale: “Scongiurerebbe una volta per tutte un’inaccettabile guerra dei dazi tra potenze occidentali alleate, oggi impegnate in vario modo a fronteggiare conflitti e tensioni internazionali – spiega Salini -; contribuirebbe a raggiungere gli obiettivi di de-carbonizzazione entro il 2050 e porrebbe rimedio alla sovracapacità produttiva di acciaio e alluminio immessi nel mercato globale dalla Cina e da Paesi terzi lontani anni luce dagli standard green europei”.
    Da qui l’invito rivolto a parlamentari, Consiglio Ue e negoziatori della Commissione europea ad intensificare gli sforzi per trovare un punto di caduta definitivo nella discussione tra Bruxelles e Washington, alla luce dell’importanza strategica dell’industria siderurgica, la migliore al mondo per qualità e performance ambientali, per la sicurezza e la tenuta socio-economica dell’Europa. “Le salvaguardie non bastano a tutelare l’acciaio verde europeo dai rovesci del mercato globale – conclude l’europarlamentare -. È fondamentale mettere in sicurezza la nostra produzione di acciaio maturo riducendo l’impatto negativo di chi invece lo produce in modo non sostenibile, con processi altamente inquinanti e fornendo aiuti di Stato inaccettabili, interferendo pesantemente nelle dinamiche della concorrenza e rendendo di fatto impossibile un reale fairplay sui mercati globali”.

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