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    Gaza, Benjamin Netanyahu apre a pause tattiche per ragioni umanitarie

    Gaza, Benjamin Netanyahu apre a pause tattiche per ragioni umanitarie
    No a un cessate al fuoco, sì a piccole pause tattiche per motivi umanitari. Benjamin Netanyahu resiste alle pressioni internazionali di chi chiede di interrompere i bombardamenti e i combattimenti contro i miliziani di Hamas dentro la Striscia di Gaaza, ma in un’intervista all’emittente americana ABC News si è detto aperto nei confronti di “pause tattiche” per scopi umanitari. Una posizione influenzata dal lavoro diplomatico di Washington che cerca di sostenere Israele evitando un allargamento del conflitto e allo stesso tempo è all’opera per aumentare il flusso di aiuti umanitari soprattutto a Gaza City che ormai è assediata dall’esercito israeliano. Ieri Tel Aviv ha dato il via libera ad aiuti umanitari dalla Giordania e dagli Emirati.
    Il no di Netanyahu a una sospensione delle ostilità non è assoluto. Il premier israeliano ha spiegato a che il cessate il fuoco dipende dal rilascio di tutti gli israeliani tenuti in ostaggio da Hamas. Tuttavia, gli ostaggi sono l’unica potenziale leva negoziale in possesso di Hamas alla quale per ora il gruppo terroristico, pur avendo rilasciato alcune persone con doppio passaporto o straniere, non intende rinunciare.
    Il fronte dei Paesi arabi e una parte dell’opinione pubblica occidentale insiste per un cessate il fuoco ma il Consiglio di Sicurezza dell’Onu non riesce a trovare un’intesa sul tema anche se quella della “pausa umanitaria” appare come una richiesta minima che mette d’accordo diverse cancellerie (Medio Oriente escluso). Ieri i ministri della Difesa di Gran Bretagna e Giappone, pur riconoscendo il diritto di Israele di difendersi, hanno chiesto al governo di Netanyahu di rispettare il diritto internazionale e istituire una pausa umanitaria per permettere l’arrivo di aiuti dentro la Striscia di Gaza. Ma non c’è solo l’Occidente. Anche secondo la Russia è fondamentale garantire della “pause umanitarie” a Gaza. “È chiaro che l’operazione dell’esercito israeliano continua – ha spiegato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov – per noi è molto importante che i bisogni umanitari della popolazione civile di Gaza siano soddisfatti. Per noi è ovviamente importante che i cittadini russi abbiano la possibilità di lasciare il territorio di Gaza. E i nostri diplomatici stanno lavorando per questo”.

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