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sabato, Luglio 27, 2024
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    Home Prima pagina La frutta sta scomparendo dalle tavole degli italiani

    La frutta sta scomparendo dalle tavole degli italiani

    La frutta sta scomparendo dalle tavole degli italiani
    Un frutto su dieci scompare dalle tavole degli italiani, che in generale hanno tagliato gli acquisti del -10%, con dati che crollano ai minimi storici da inizio secolo. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti presentata al tavolo ortofrutticolo convocato dal Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida sulla base dei dati Cso Italy relativi al primo semestre dell’anno.
    Secondo Coldiretti i consumi di frutta in Italia sono diminuiti drasticamente, con una riduzione che rappresenta il livello più basso registrato dall’inizio del secolo. “Con i tagli degli italiani è diminuito il consumo individuale di frutta e verdura sotto la soglia minima di 400 grammi per persona, da mangiare in più volte al giorno, raccomandato dal Consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per una dieta sana,” ha fatto notare Enrico Nada, vicepresidente di Coldiretti Piemonte con delega territoriale alla frutticoltura.
    E ha aggiunto che il dato preoccupa soprattutto se si considera che a consumare meno frutta e verdura sono soprattutto i bambini e gli adolescenti, con quantità che sono addirittura sotto la metà del fabbisogno giornaliero. Così aumentano i rischi legati all’obesità e alle malattie ad essa collegate, con una potenziale esplosione della spesa sanitaria: “Per questo nel piano di comunicazione è anche importante indirizzare meglio la campagna frutta nelle scuole con azioni di educazione alimentare orientate verso la stagionalità e il consumo di ortofrutta locale, mentre per la promozione all’estero serve una strategia e una regia unica nazionale che non si può demandare alle regioni.”
    Coldiretti ha sollecitato inoltre l’urgente necessità di fornire liquidità immediata alle imprese agricole attraverso lo stanziamento di 10 milioni di euro di aiuti diretti per la crisi delle pere, 2 milioni di euro per i kiwi e ulteriori 20 milioni per le cambiali agrarie. Riguardo alle importazioni, sono necessari controlli più rigorosi e il blocco dei prodotti provenienti da Paesi che non rispettano i protocolli e le regole dell’Unione Europea. Preoccupano infatti ultimamente le emergenze e il rinvenimento di malattie ed insetti alieni contro i quali è necessario intervenire anche con la ricerca e l’innovazione a partire dal via libera alla nuova genetica green.
    Un altro dei problemi chiave del settore è anche la necessità di aumentare l’aggregazione dell’offerta e superare le distorsioni che stanno indebolendo il settore, migliorando nel complesso il sistema delle OP (organizzazioni dei produttori) e AOP nazionali (associazioni di organizzazioni dei produttori) rispetto a competitor come la Spagna che stanno crescendo molto più dell’Italia e, per questo, serve una regia nazionale più forte nell’indirizzare le risorse dell’OCM ortofrutta, rendendole la base sulla quale costruire il rilancio e la competitività del settore.
    Pietro Broccanello

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