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sabato, Luglio 27, 2024
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    Home Prima pagina Economia: Lombardia in rallentamento

    Economia: Lombardia in rallentamento

    Economia: Lombardia in rallentamento
    All’evento di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza con la sede milanese di Banca d’Italia presentato il report sull’economia della regione. Sangalli: “Preoccupa lo scenario internazionale. E sul salario minimo no a interventi legislativi, ma puntare sulla contrattazione collettiva”.
    Economia lombarda in frenata con il rischio di una possibile stagnazione per questa seconda parte del 2023. Uno scenario preoccupante che emerge da alcuni fra i dati forniti dal report di Banca d’Italia sull’economia regionale, illustrati nel corso dell’evento di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza con la sede milanese di Banca d’Italia (Sede di Milano) svoltosi in Confcommercio Milano.
    I dati, illustrati da Giorgio Gobbi, direttore della Sede di Milano di Banca d’Italia, insieme a Paola Rossi (capo Divisione analisi e ricerca economica territoriale) e Francesco Bripi (Divisione analisi e ricerca economica territoriale) della sede di Milano di Banca d’Italia, mostrano che nel primo semestre dell’anno il Prodotto interno lordo lombardo è cresciuto solo dell’1,3% rispetto al corrispondente periodo 2022. Un rallentamento significativo, dato che lo scorso anno il Pil nei confronti del 2021, era stato del 3,8%. L’inflazione ora è al 5,3%, ma le componenti di fondo indicano una stabilizzazione che, in prospettiva, sembrerebbe far ben sperare in uno stop alla discesa. In crescita il costo medio dei prestiti per le imprese: fra il 5,4% e il 6% con una forte esposizione di rischio di rialzo dei tassi. Preoccupazioni, inoltre, per l’aumento dei costi di materie prime ed energia – in particolare gas e petrolio – dovuti soprattutto agli effetti della guerra tra Israele e Hamas.
    In Lombardia calano gli investimenti: – 3,6% nel settore industriale secondo le previsioni delle imprese per il 2023 nei confronti dell’anno precedente. Cresce invece il commercio al dettaglio, che segna un + 4,7% nel primo semestre di quest’anno, ma a valori correnti, ovvero non tenendo conto dell’andamento dei prezzi e dei volumi effettivi di vendita. Nel Report della Banca d’Italia, indicazioni più positive sono emerse per i settori del turismo e della ristorazione e nel mercato del lavoro, con una crescita dell’occupazione dell’1,5% nel primo semestre 2023 e migliori performance in particolare per i servizi. Preoccupato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli: “Dopo un 2022 in decisa crescita, il rallentamento quest’anno dell’economia lombarda è preoccupante – ha detto -. Soprattutto per due motivi: aumento dei costi di materie prime ed energia a causa del più che drammatico conflitto in Israele che rischia di ampliarsi e che si aggiunge a quello in Ucraina. E per l’inflazione che ha fermato la sua discesa e potrebbe invertire la rotta”.
    Il presidente di Confcommercio ha poi puntualizzato sul tema del salario minimo, suggerendo di valorizzare lo strumento della contrattazione collettiva: “Sul salario minimo sarebbero controproducenti interventi legislativi – ha osservato -. Il punto centrale è dare più forza alla contrattazione collettiva tra le organizzazioni d’imprese e dei sindacati maggiormente rappresentativi. Nei contratti stipulati da Confcommercio il salario minimo orario al livello più basso è già oltre i 9 euro”. Nei CCNL del terziario (applicati a 2,8 milioni di lavoratori) e del settore turismo la paga oraria, nel livello più basso, va infatti dai 9,47 ai 9,80 euro, mentre la retribuzione oraria più alta dai 16,73 ai 20,60 euro. “La contrattazione collettiva – ha aggiunto Sangalli – è un valore aggiunto perché contiene un sistema articolato di welfare aziendale come, ad esempio, assistenza sanitaria integrativa e previdenza complementare, dunque uno strumento prezioso che può garantire maggiore sostenibilità economica e sociale”.
    L’incontro è poi proseguito con una tavola rotonda che si è focalizzata sui temi economici di attualità, a partire dall’inflazione e riduzione del potere d’acquisto, aumento dei tassi d’interesse e difficoltà di accesso al credito, fino a lavoro e formazione e mercato immobiliare.

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