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    Boom di turisti e caos nei servizi taxi mettono in difficoltà molte città

    Boom di turisti e caos nei servizi taxi mettono in difficoltà molte città

    Il turismo italiano ha conosciuto un vero e proprio boom di ripresa nel periodo post-pandemico, nei tempi recenti anche grazie all’arrivo della bella stagione. L’aumento esponenziale di turisti ha però messo in evidenza le carenze del servizio taxi in Italia, con code interminabili, tempi di attesa lunghissimi e chiamate a vuoto nelle principali città italiane. Da Milano a Roma la mancanza di nuove licenze taxi, ferme da decenni, aggrava ulteriormente la situazione.

    Alcune delle principali città italiane come Milano, Napoli, Firenze e Roma sono particolarmente colpite dal fenomeno, con stazioni e piazze turistiche affollate, centralini dei radiotaxi che non rispondono e posteggi cittadini vuoti. Nella capitale, ad esempio, si stima che servirebbero almeno mille taxi in più rispetto ai numeri attuali, mentre a Milano ne servirebbero almeno altri 650. In generale, considerando le città più turistiche, si ritiene che il servizio dovrebbe essere aumentato di almeno il 20% (con ovvie differenze rispetto alle zone più o meno “prese d’assalto” dai visitatori).

    Carlo Rienzi, presidente del Codacons, ha sottolineato che la situazione, emersa appunto dopo la ripresa post-pandemica in tutta la sua problematicità, dura in realtà da almeno vent’anni a causa soprattutto dell’incapacità degli amministratori comunali nel gestire la materia e dell’influenza delle lobby dei tassisti.

    Nel frattempo, a bloccare ulteriormente la situazione, si aggiunge il fatto che il rilascio di nuove licenze taxi è in stallo in molte città italiane. Le metropoli e i grandi centri urbani necessiterebbero di molti più taxi e taxisti per coprire il fabbisogno turistico che, soprattutto in periodi come questo, raggiunge livelli molto elevati. Al contrario, il numero di licenze rilasciate ad esempio a Milano è rimasto invariato dal 2006, nonostante il flusso turistico sia notevolmente aumentato negli ultimi anni. Per fare un esempio abbastanza eclatante, la sera del 9 maggio di quest’anno pioveva, e oltre ai turisti in città si svolgevano due fiere (Tuttofood e Made In Steel), nonché un congresso medico mondiale. In città i taxi sono stati introvabili e intorno alla Stazione Centrale ha regnato il caos con centinaia di persone in fila in attesa dell’arrivo di una vettura bianca.

    Molte città stanno quindi cercando soluzioni per far fronte alla crescente esigenza di aumentare la disponibilità di taxi. A Roma si vocifera che potrebbe essere lanciato un bando per il rilascio di mille nuove licenze taxi, anche in vista del Giubileo 2025, mentre a Milano si propone la riapertura dell’avviso per le collaborazioni familiari e la revisione dei turni di servizio.

    Le amministrazioni locali stanno anche considerando opzioni più radicali, come l’introduzione di turni integrativi e licenze stagionali non cedibili per aumentare la flessibilità dell’offerta durante i picchi di richiesta turistica, fiere ed eventi. Queste soluzioni sono però spesso ostacolate da paletti amministrativi e dalla mancanza di un indirizzo univoco da parte della Conferenza Stato-Regioni.

    I tassisti devono poi confrontarsi con la crescente presenza di piattaforme come Uber e FreeNow, che offrono modalità alternative per offrire passaggi alle persone. Recentemente Uber Black ha stretto un’alleanza con il consorzio It Taxi, attivo in 10 città italiane con una flotta di quasi 10mila autisti tra Ncc e taxi. L’accordo però è stato percepito da molti tassisti come un tradimento, portando a una riduzione del numero di aderenti al consorzio It Taxi.

    Pietro Broccanello

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