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    Guerra: l’Occidente manda i carri armati a Kiev, Mosca risponde coi missili

    Guerra: l’Occidente manda i carri armati a Kiev, Mosca risponde coi missili
    Nella giornata di mercoledì, Germania e Stati Uniti hanno annunciato l’invio rispettivamente dei carri armati Leopard 2 e degli Abrams M1. Una decisione che ha fatto infuriare Mosca che nella notte tra mercoledì e giovedì si è rivalsa sull’Ucraina, lanciando un attacco con decine di droni e missili. È stata presa di mira anche Kiev dove sarebbero stati abbattuti circa 15 droni anche se alla fine i russi sono riusciti a colpire anche un’infrastruttura energetica. Fonti dell’esercito ucraino hanno successivamente spiegato che sono stati abbattuti 47 missili sui 55 lanciati dai russi. Nel complesso, il nuovo raid ordinato dal Cremlino avrebbe provocato almeno undici morti, secondo quanto riferisce la protezione civile ucraina.
    La questione delle forniture militari continua a infiammare anche il dibattito italiano, dove un numero contenuto ma rumoroso di pacifisti integralisti continua a sostenere che il principale modo per giungere alla pace sia smettere di inviare armi a Kiev. Un fatto che porterebbe quasi certamente alla capitolazione dell’Ucraina in breve tempo. ieri il ministro alla Difesa, Guido Crosetto, si è sentito in dovere di rispondere a un articolo di Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, tramite un tweet dove ha spiegato che l’ultimo decreto italiano approvato contiene “solo armi difensive e aiuti civili” e soprattutto che “il Ministro lavora per la pace”. Un concetto ribadito anche in un’intervista a La7 dove Crosetto ha dichiarato che “bisogna avere il coraggio di fare scelte difficili per evitare scenari peggiori”, sottolineando che gli aiuti che Roma continua a inviare a Kiev costituiscono anche “un freno all’escalation che la guerra potrebbe avere espandendosi, così invece resta tra due nazioni”.
    La prospettiva di una nuova offensiva russa sembra aver fatto ritrovare l’unità ai Paesi occidentali che aiutano l’Ucraina. Un fatto sottolineato anche dal presidente Biden nella conferenza stampa in cui ha annunciato l’invio degli Abrams. Il prossimo appuntamento da tenere d’occhio è quello del 14 e 15 febbraio, date in cui è stato convocato il Consiglio Atlantico e a cui parteciperanno i ministri della Difesa dei Paesi membri della Nato.

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