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    Energia, è allarme per il sistema produttivo lombardo

    Energia, è allarme per il sistema produttivo lombardo.
    Dall’indagine di Unioncamere Lombardia su approvvigionamento energetico e accesso al credito per i principali settori economici, emergono segnali di preoccupazione per la tenuta della fase di crescita della prima parte dell’anno. È l’industria manifatturiera a soffrire di più. Guidesi: “Serve intervento UE, altrimenti il comparto rischia di non reggere”.
    C’è forte preoccupazione per la tenuta della crescita dei principali settori economici lombardi, mai come ora gravati dalle conseguenze dei rincari energetici che rischiano di vanificare l’andamento positivo del primo semestre dell’anno. La tensione sui rifornimenti dell’energia già vista a fine 2021 è stata infatti esacerbata dalle conseguenze del conflitto in Ucraina, con forti aumenti per tutti i prodotti, in particolar modo il gas. È quanto emerge dal focus di approfondimento di Unioncamere Lombardia dove le imprese lombarde intervistate hanno segnalato rincari compresi tra il 40% e il 50%, già nel secondo trimestre dell’anno, per gas ed elettricità nella maggior parte dei settori.
    A soffrire maggiormente è l‘industria manifatturiera, che si è vista raddoppiare il costo del gas (+98%) e crescere del +73% quello dell’elettricità. Il comparto industriale risulta infatti penalizzato da settori fortemente energivori, per i quali i rincari hanno assunto dimensioni eccezionali. La siderurgia registra a luglio variazioni di costo pari al +143% per il gas e +107% per l’elettricità, ma anche il tessile (rispettivamente +157% e +90%) e gli alimentari (+142% e +85%) mostrano incrementi molto rilevanti.
    Nel terziario si evidenziano rincari inferiori, ma sempre ben al di sopra dell’inflazione, con l’eccezione di alberghi e ristoranti dove i prezzi di gas ed elettricità sono aumentati del +76% sua base annua. Per quanto riguarda l’autosufficienza, l’industria si rivela il settore più maturo nel percorso verso l’autonomia energetica. Un terzo delle imprese industriali, pari al 34%, è in grado di produrre almeno in parte l’energia di cui deve approvvigionarsi per le proprie attività, mentre negli altri settori la presenza di impianti è nettamente inferiore (21% per il commercio al dettaglio, 14% per l’artigianato e 12% per i servizi).
    E se da un lato le imprese per cercare di arginare la crisi stanno mettendo in campo ogni sforzo possibile, producendo ad esempio nei periodi meno costosi dal punto di vista energetico come durante la notte e nel fine settimana, dall’altro anche Regione Lombardia ha fatto la sua parte investendo 73 milioni di euro per l’efficientamento energetico, 175 milioni per il credito e 60 per la liquidità e gli investimenti con l’obiettivo di reggere l’urto di quella che l’assessore allo Sviluppo economico regionale definisce una vera e propria “pandemia energetica”. “È da un anno che ‘urliamo’ per richiedere un intervento della Commissione Europea – sottolinea Guido Guidesi -. Come Regione abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili, è evidente però che non possiamo fare tutto da soli e senza un intervento urgente e adeguato il sistema potrebbe non reggere”.
    A complicare la situazione si aggiunge anche l’aumento dei tassi di interesse, innescato dalle politiche restrittive messe in atto dalle banche centrali per contrastare l’inflazione. Dal lato dell’accesso al credito, le imprese segnalano in particolare una crescita delle spese connesse alla richiesta di prestiti. In tutti i settori circa il 50% degli intervistatiregistra un peggioramento per le condizioni applicate: tasso sui prestiti e costo complessivo del finanziamento. Va però precisato che negli ultimi anni le imprese lombarde hanno intrapreso un percorso di consolidamento dal punto di vista finanziario, che consente ancora agli imprenditori di mantenere una fiducia elevata nella propria capacità di far fronte al debito.
    Uno scenario che, secondo il presidente di Unioncamere Lombardia, non promette nulla di buono per il prossimo semestre: “Le nubi si sono pesantemente addensate sulle prospettive future – afferma Gian Domenico Auricchio -, le criticità sul fronte dei costi energetici e delle condizioni di finanziamento si sono molto aggravate e stanno compromettendo la capacità delle imprese di stare sul mercato investendo, nonostante la solidità del nostro sistema economico”.
    Micol Mulè

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