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    NESPRESSO E BANCO ALIMENTARE DEL PIEMONTE INSIEME CON IL PROGETTO “DA CHICCO A CHICCO”: L’ECONOMIA CIRCOLARE AL CENTRO DELLA NUOVA CASA DI NESPRESSO IN ITALIA, A TORINO

    NESPRESSO E BANCO ALIMENTARE DEL PIEMONTE INSIEME
    CON IL PROGETTO “DA CHICCO A CHICCO”: L’ECONOMIA CIRCOLARE AL CENTRO DELLA NUOVA CASA DI NESPRESSO IN ITALIA, A TORINO
    La cialda del caffè non è uno scarto ingombrante che ci richiede un ingente sforzo mentale per capire in quale contenitore della raccolta differenziata vada buttato: vetro, plastica, indifferenziato? Non più. Diventa una risorsa per la società, un valore vero e proprio attraverso il quale si produce cibo e si offre una possibilità di sostentamento per le famiglie che non hanno risorse sufficienti per mangiare.
    Se volete, vi sveliamo un segreto: la cialda della macchinetta del caffè, a meno che non sia quella organica in carta, è un rifiuto generico, va nell’indifferenziato. In sostanza, è un peso per l’ambiente. O meglio, alcune lo sono, perché Nespresso ha iniziato un percorso, chiamato appropriatamente “Da chicco a chicco” che trasforma le cialde esauste in riso, donato poi al Banco Alimentare di Lombardia, Lazio e, da oggi, anche Piemonte.
    “La contaminazione tra privato sociale e mondo profit – spiega Salvatore Collarino, presidente del Banco Alimentare del Piemonte, intervenuto all’inaugurazione del concept store Nespresso di via Roma a Torino – è la vera chiave di volta per la solidarietà del futuro. Dall’esplosione pandemica in poi le richieste al Banco Alimentare del Piemonte sono cresciute esponenzialmente e ci sono famiglie che fino a poco tempo fa non avevano problematiche particolari che ora devono rivolgersi alle strutture assistenziali per avere il pacco del Banco Alimentare: le spese aumentano, l’inflazione anche, ma i redditi restano al palo”.
    Il percorso da chicco a chicco è semplice e al contempo articolato: mentre si acquistano le nuove cialde, si depositano quelle usate in un apposito spazio all’interno del negozio Nespresso. Le cialde vengono avviate a uno stabilimento di recupero vicino a Brescia che divide l’alluminio dell’involucro dal caffè contenuto all’interno: il primo diventa metallo riciclato che viene usato per produrre penne e altri oggetti in alluminio, mentre il caffè viene trasformato in compost, cioè fertilizzante naturale, per una risaia situata nei pressi di Novara. Nespresso acquista il riso prodotto e lo dona al Banco Alimentare che, attraverso la sua rete, lo fa pervenire alle famiglie in difficoltà.
    Il progetto è attivo dal 2011 e in Piemonte sono 6 i punti di raccolta disponibili, in Italia sono 150 in Italia in oltre 80 città. Nel 2021 “Da chicco a chicco” ha consentito di recuperare oltre 1.500 tonnellate di capsule esauste in alluminio, di cui 112 tonnellate in Piemonte (+20% rispetto al 2020), dove lo scorso anno sono stati rimesse in circolo 5 tonnellate di alluminio e 67 tonnellate di caffè esausto, trasformato poi in compost. Una buona riuscita nella Regione confermata anche dai risultati raggiunti nel primo semestre del 2022, con le prime 70 tonnellate di capsule esauste in alluminio raccolte.

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