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    Zaporizhzhia, Grossi (Aiea): stiamo giocando col fuoco

    Zaporizhzhia, Grossi (Aiea): stiamo giocando col fuoco
    Vladimir Putin ha approfittato del palco dell’Eastern Economic Forum di Vladivostok, per attaccare (verbalmente) l’Ucraina. Il capo del Cremlino, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Ria Novosti, ha definito Kiev una minaccia nucleare, accusando gli ucraini di aver bombardato la loro centrale nucleare più grossa, quella di Zaporizhzhia. Tale luogo da settimane rappresenta uno dei punti caldi del confronto militare con i tecnici ucraini che lavorano nel sito minacciati dagli occupanti russi. Ieri il direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomcia (Aiea), Rafael Grossi, è intervenuto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite affermando che “stiamo giocando col fuoco” e sottolineando che l’integrità dell’impianto “continua ad essere violata”.
    Putin ha affermato che nel perimetro della centrale sarebbero stati ritrovati frammenti di missili HIMARS, in dotazione all’esercito di Kiev e inviati dagli Stati Uniti, e allo stesso tempo ha dichiarato che non c’è alcun equipaggiamento militare russo nel perimetro della centrale, un’affermazione smentita dalle immagini satellitari che nelle ultime settimane hanno individuato la presenza di mezzi russi a poche decine di metri dai reattori.
    Il presidente russo, inoltre, ha espresso fiducia nell’operato della missione dell’Aiea nella centrale di Zaporizhzhia, ma non ha risparmiato le critiche, accusando coloro che hanno stilato il rapporto ispettivo di essersi dimenticati di scrivere che i bombardamenti alla centrale vengono dal territorio ucraino. Il motivo? Pressioni statunitensi ed europee.
    Nel rapporto Aiea vengono indicati come normali i livelli di radiazioni nei quattro siti nucleari ucraini, compreso Zaporizhzhia. Ciononostante, l’attuale situazione attorno alla più grande centrale nucleare europea, vicina al fronte di guerra, viene definita “insostenibile”, motivo per cui è stata avanzata la proposta di istituire una zona di sicurezza. Gli operatori della centrale lavorano in condizioni di elevato stress e anche se è difficile che si ripeta una seconda Chernobyl, dal momento che si tratta di impianti diversi, costruiti in epoche differenti, i recenti bombardamenti hanno danneggiato diverse strutture compresi alcuni sistemi di sicurezza. La tensione e il rischio di seri danni rimangono alti.

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