VALTER ARICI, IL CEO DI CINEMA AZIENDA PRONTO A UN FILM SU BRESCIA
Brescia e Bergamo, Capitali della Cultura 2023 saranno al centro dell’attenzione a partire dal nuovo anno. E la Leonessa si prepara al nuovo anno con un film dedicato a sé stessa. “Rapporti di superficie” è il titolo del lungometraggio prodotto da Cinema Azienda. Oggi ne parliamo con Valter Arici, ceo di Cinema Azienda e produttore esecutivo di “Rapporti di superficie”.
Valter, innanzitutto parlaci di te e di Cinema Azienda.
Cinema Azienda, la società da me fondata, ha sede a Brescia, ed è inglobata nel cappello della CA Group (www.cagroup.it), la quale dispone di tre divisioni: la Consulting Associati, divisione di consulenza per imprese, con la quale stiamo lavorando molto per diffondere l’importanza delle risorse messe a disposizione del PNRR; la Creativity Associati, area che si occupa di comunicazione, digital marketing e campagne pubblicitarie, ed infine, appunto, Cinema Azienda, nata dall’idea di raggruppare i professionisti del cinema che si avvicinano a questo mondo. È un contenitore di creatori di contenuti, ciascuno con proprie competenze specifiche, che vanno dalla creazione di media per i social, a documentari, a vere e proprie produzioni cinematografiche.
Com’è nata l’idea di realizzare un film tutto bresciano?
Il 2023 rappresenta una grande opportunità per Brescia, che non possiamo farci scappare. Il film, “Rapporti di superficie” dovrà diventare il film evento del 2023, attorno al quale costruiremo tantissimi micro eventi, da realizzare in città.
Quale sarà la trama del film?
Abbiamo vissuto due anni davvero particolari, nei quali abbiamo messo in discussione tutto, a partire dalla nostra “normalità”. “Rapporti di superficie” racconta la reazione del bresciano al fatto che il mondo si sia bloccato. La vicenda si svolgerà in un vagone della metropolitana di Brescia, bloccata per 10 ore nella sua corsa, nelle quali i quindici passeggeri di estrazione sociale diversa – dal manager, all’imprenditore, all’infermiera di una nota clinica cittadina, all’immigrato – dovranno sopravvivere e convivere. Raccontiamo il carattere di Brescia. Già il titolo rappresenta una metafora: i rapporti di superficie sono ciò che emerge, e sono spesso profondamente diversi e contrastanti rispetto al nostro stato d’animo interiore. E la metropolitana, sotto il livello della superficie, rappresenta proprio questo. Altri collegamenti si possono trovare anche nei flashback che i protagonisti vivranno di volta in volta: l’infermiera si ricorderà di aver già assistito la persona soccorsa nella metro, a seguito di una caduta in bici in piazza della Loggia, un forte parallelismo con l’attentato occorso nel cuore della città nel 1974. Poi ovviamente c’è il tema della pandemia, che ci ha visti costretti a rimanere bloccati, chiusi negli spazi delle nostre abitazioni, senza poter fare nulla se non andare avanti.
Dal punto di vista organizzativo, com’è iniziata la produzione?
Siamo partiti da due registi ovviamente bresciani, Gabriele Donati e Michele Sirigu, con i quali collaboro da circa dieci anni per una serie di produzioni rivolte principalmente ad imprese, e dallo sceneggiatore Andrea Minoni, che ha scritto la storia e i dialoghi. Abbiamo condiviso l’idea ed abbiamo iniziato a lavorare sul progetto. Non è facile mettere assieme due registi, ma la competenza di entrambi è un punto di forza. Da qui alla fine dell’anno ci concentreremo sulla promozione del film per raccogliere fondi, e proseguiremo con la fase della pre-produzione.
Poi quale sarà il lavoro?
La realizzazione di un film consta di quattro fasi: la pre-produzione, la produzione, la post-produzione ed infine la distribuzione. Oggi siamo nella prima fase, dove ci occupiamo della ricerca del casting e della definizione della sceneggiatura definitiva, dei personaggi, degli attori, della troupe cinematografica e dei mezzi.
Girare in metropolitana non sarà facile. Come avverranno le riprese?
La produzione conterà quindici giorni di riprese sul set, verosimilmente a partire da gennaio, dietro l’autorizzazione ufficiale del Comune. Poi stiamo valutando se sarà meglio girare in una carrozza di scorta, allestita a set, oppure allestire tutto direttamente in teatro. All’esterno gireremo solamente i flashback di cui parlavo.
Quando potremo vedere il film?
Contiamo di distribuire la versione definitiva in tarda primavera. Poi come ho detto, il film rappresenterà un evento corredato da altri micro eventi che possiamo allestire nelle piazze principali, ad esempio con piccoli set cinematografici dove poter girare alcune interviste ai cittadini e scattare delle foto ritratto da collocare in metropolitana. Abbiamo un compito, quello di lasciare un segno nel 2023.