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sabato, Luglio 27, 2024
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    Home Prima pagina La laurea al Politecnico di Torino è una garanzia per trovare lavoro

    La laurea al Politecnico di Torino è una garanzia per trovare lavoro

    La laurea al Politecnico di Torino è una garanzia per trovare lavoro
    Nell’indagine di AlmaLaurea 2022 su Profilo e Condizione occupazionale dei laureati è stato coinvolto anche il Politecnico di Torino, con i suoi 8.542 laureati; tra questi, 4.130 di primo livello e 4.407 laureati magistrali. Secondo Poliflash, magazine del Politecnico di Torino, «l’Indagine evidenzia che si tratta di giovani che in larga parte (l’87,4%) continuano gli studi dopo la laurea triennale, rimandano cioè al post-laurea di tipo magistrale il vero ingresso nel mondo del lavoro. Tra i laureati triennali che non si sono mai iscritti a un corso di laurea magistrale e che quindi sono entrati nel mondo del lavoro, il tasso di occupazione risulta comunque del 76,7%, a fronte di un dato nazionale del 74,5%».
    Il dato di riferimento sui laureati magistrali a un anno dalla laurea, dice invece che è occupato l’89,5% dei laureati magistrali del Politecnico di Torino (media nazionale del 74,6%). Sempre molto alto anche il tasso di occupati a un anno dalla laurea magistrale nell’area dell’Ingegneria: 90,5% e il dato dei laureati magistrali in Architettura, (82,8% di occupati). La percentuale di occupati aumenta ancora a cinque anni dal conseguimento del titolo (92,9% a fronte dell’88,5% del dato nazionale). Altro dato che emerge è la dimensione internazionale del Politecnico, con una percentuale di studenti stranieri in crescita.
    «Anche quest’anno – ha detto il Vice Rettore alla Didattica del Politecnico Sebastiano Foti – i dati emersi dall’indagine proposta da Almalaurea ci confermano che è vincente la scelta di puntare sulla didattica innovativa e sulla progettazione di corsi che, in accordo con il tessuto produttivo, possano formare professionalità legate alle nuove tecnologie, che oggi le aziende faticano a trovare sul mercato, così come la scelta di massimizzare la dimensione internazionale dell’Ateneo».

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