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sabato, Luglio 27, 2024
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    Home Prima pagina Rice4Change, quando l’alleanza fa la forza

    Rice4Change, quando l’alleanza fa la forza

    Rice4Change, quando l’alleanza fa la forza
    C’è tempo fino al 12 giugno per contribuire alla raccolta fondi lanciata da un gruppo di giovani: «un caso di leucemia in famiglia ci ha uniti, ora vogliamo impegnarci in prima persona: trovare nuove donatrici e nuovi donatori di midollo è una possibilità concreta per restituire vita a chi non ha altre possibilità».
    È nato dalla creatività di dieci giovani il progetto di beneficenza Rice4Change, volto a diffondere la cultura della donazione di midollo e a raccogliere donazioni da destinare ad associazioni del settore. «Tutto è partito da un caso di leucemia che abbiamo vissuto in famiglia, fortunatamente in risoluzione a seguito di trapianto di midollo. Ci siamo chiesti cosa avremmo potuto fare noi, nel nostro piccolo, e settimana dopo settimana ha preso forma Rice4Change», racconta Emiliano, che nel gruppo cura i rapporti con la stampa. Il collettivo si compone di cinque fratelli e sorelle, con rispettivi fidanzate e fidanzati, di età compresa tra i 22 e i 38 anni: «abbiamo provato a rimboccarci le maniche e metterci del nostro: considerando che ognuno di noi vive tra diverse parti d’Italia e il Regno Unito (del gruppo fanno parte anche una ragazza colombiana e una ragazza lituana, ndr), non sempre è stato semplice coordinarci, ma ci siamo spesi al massimo delle nostre possibilità».
    L’idea? Associare una raccolta fondi a un evento sportivo di prim’ordine, l’IronMan70.30 in programma a Staffordshire, in Inghilterra, il prossimo 12 giugno. «Sei dinoi prenderanno parte alla gara, piuttosto impegnativa tra corsa, nuoto e ciclismo: nel frattempo, abbiamo aperto un profilo su Instagram e iniziato a disseminare video e contenuti sul tema della donazione di midollo. Chiediamo a chi ci segue di ripagare idealmente i nostri sforzi con una donazione, lanciata sulla piattaforma GoFundMe: il ricavato sarà interamente devoluto a tre onlus del settore (ADMO Lombardia, Casa del Sole “Paolo Belli” e Anthony Nolan), con cui siamo in contatto da tempo”. Il bello è che ciascun componente del gruppo ha curato un aspetto specifico della campagna: «Erica e Sara, classe 1999 e 2000, sono state fondamentali per i canali social e il coinvolgimento di alcuni testimonial, Pietro e Vaiva hanno preso contatti con le associazioni britanniche, Carlo si è occupato degli accordi con gli organizzatori locali, Guido è il nostro grafico-fotografo, Laura gestisce la pagina delle donazioni, Alessandra e Valerio preparano tanti dei contenuti che pubblichiamo: oggi come oggi, catalizzare l’attenzione è una sfida enorme, e abbiamo speso gran parte del nostro tempo non solo ad allenarci, ma anche a capire come veicolare al meglio le informazioni e i valori di cui vorremmo farci portatori». Il fundraising solo uno degli obiettivi dell’iniziativa: «rinunciando a morbosità o pietismi, vorremmo anzitutto smontare molti dei falsi miti che circolano attorno alla donazione di midollo: noi stessi ci siamo stupiti, ad esempio, nello scoprire che la compatibilità tra potenziale donatore e ricevente è solo dello 0,001%, così come che la donazione di cellule staminali non è affatto dolorosa o rischiosa come si continua a pensare». È bene diffondere questi messaggi tra gli under 36, in tempo periscriversi al registro dei possibili donatori dopo aver completatouna banale tipizzazione ematica: «sapere che molte amiche e molti amici hanno valutato questa possibilità ci ha dato forza: abbiamo capito che è normale avere qualche dubbio o timore, l’importante è parlarne apertamente e informarsi con chi è più esperto, avendo sempre in mente che un gesto come la donazione di midollo osseo può davvero salvare una vita». Ultima curiosità: perché questo nome? «L’ispirazione è partita da una metafora: per un malato di leucemia, linfoma, mieloma o talassemia, la probabilità di trovare un donatore compatibile e poter così sperare di guarire è una su 100.000, pari a quella di trovare un chicco d’oro in due kg di riso. E poi il riso piace a tutti». Altro che “uno vale uno”: è il caso di dire che uno vale centomila!
    Tutti i dettagli del progetto sul profilo Instagram di Rice4Change; per sostenere la raccolta fondi è possibile inquadrare il codice qrche segue.

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