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    Draghi e la ‘imprudente e pericolosa’ dipendenza dal gas russo

    Draghi e la ‘imprudente e pericolosa’ dipendenza dal gas russo
    Il governo martedì ha stanziato altri 14 miliardi di euro per venire incontro al caro vita che colpisce gli italiani, una cifra superiore a quelle circolate nei giorni precedenti che si somma ai 15,5 miliardi stanziati negli scorsi mesi per un totale di circa 30 miliardi. Durante la conferenza stampa di presentazione del Dl aiuti, il premier Draghi ha voluto sottolineare come tale iniziativa è stata intrapresa senza ricorrere a scostamenti di bilancio, un elemento fondamentale visto l’alto debito pubblico italiano, il taglio delle stime di crescita del Pil a causa di guerra e inflazione e la prospettiva di un rialzo dei tassi della Bce entro fine anno.
    Draghi ha spiegato, però, che l’accelerazione dei prezzi è dovuta in “larghissima” parte alla corsa dei prezzi dell’energia che si stima sia temporanea, motivo per cui Palazzo Chigi ha deciso di ricorrere a “strumenti eccezionali”. Tra questi, anche un contributo una tantum da 200 euro per dipendenti, lavoratori, autonomi e pensionati fino a 35mila euro di reddito. Tale ‘bonus’ dovrebbe interessare 28 milioni di persone e verrà finanziato con l’innalzamento della tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche che sale al 25%. Anche in questo caso il governo ha parlato di “prelievo straordinario”.
    In questo momento, Draghi sembra capace non solo di guidare l’Italia ma anche di fornire un contributo da protagonista nel processo di trasformazione dell’Unione Europea. Ieri il premier italiano è stato più volte applaudito quando è intervenuto alla plenaria a Strasburgo dove ha avuto modo di spiegare come la dipendenza dell’Italia dal gas russo sia “imprudente dal punto di vista economico e pericolosa dal punto di vista geopolitico”.
    La soluzione? La stessa ribadita nelle ultime settimane: puntare sulle rinnovabili e guardare all’Africa e al Medio Oriente, con i Paesi del Sud Europa “collocati in modo strategico per raccogliere questa produzione energetica e fare da ponte verso i Paesi del nord”. A ciò si aggiunge una lotta che al momento non sta trovando sufficienti sponde a Bruxelles, cioè mettere un tetto europeo ai prezzi del gas importato dalla Russia. Per Draghi, quest’ultima mossa “consentirebbe di diminuire le somme che ogni giorno inviamo al Presidente Putin, e che inevitabilmente finanziano la sua campagna militare”.
    Per il momento, tuttavia, non è realizzabile un completo sganciamento da Mosca. Lo ha ribadito anche il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, nell’informativa urgente alla Camera tenutasi ieri: “L’interruzione a maggio delle forniture di gas dalla Russia renderebbe critico il superamento del prossimo inverno” soprattutto perché rischierebbe di compromettere il riempimento degli stoccaggi. Cingolani, infatti, ha spiegato che ogni mese l’Italia stocca “1 miliardo e mezzo di metri cubi di gas, per raggiungere il livello necessario all’inverno servono 6 mesi”.

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